venerdì, Marzo 29, 2024
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Valutazione della clientela: Lettura errata della posizione!

Valutazione della clientela: Lettura errata della posizione!

Nella valutazione di un cliente circa la sua operatività quotidiana per l’esercizio di un’attività economica, quale che sia, da parte di un soggetto obbligato agli adempimenti antiriciclaggio – banca o professionista che sia – arriva il momento in cui bisogna prendere una decisione se procedere o meno alla segnalazione di operazione sospetta.

Arriva il momento in cui, al termine di un processo di valutazione, fatto di tante transazioni messe insieme, informazioni incrociate, dettagli sommati tra di loro, voci di piazza, articoli di giornale o quant’altro per addivenire ad una conclusione e alla fine della giostra, decidere se inoltrare o meno una segnalazione di operazione sospetta.

In ambo i casi, in un senso o nell’altro, bisogna cercare di assumere una condotta basata sul ragionamento cui si arriva al termine di un percorso e un esame approfondito della posizione, valutando la tipologia di attività economica svolta, la sua concreta esistenza e strutturazione sul territorio in termini di mezzi e personale dipendente e, a seguire, la coerenza delle transazioni economiche registrate sui rapporti in relazione all’oggetto sociale, a cui personalmente attribuisco una importanza fondamentale.

La decisione finale, quale che sia, in ambo i casi, magari anche distanza di anni potrebbe rivelarsi errata1 e qualcuno come un organo di controllo e vigilanza – pensiamo alla Banca d’Italia, all’autorità giudiziaria o Guardia di finanza – potrebbe chiedervi conto della vostra decisione di “non segnalare” ovvero quali sono state le modalità seguite per la individuazione del Titolare effettivo.

Fornire a posteriori, sia pure con il senno del poi, ogni delucidazione circa la propria condotta, la propria valutazione rivelatisi errata, non è facile e richiede un esame attento ponendosi qualche domanda.

Omessa segnalazione di operazione sospetta

Se ho sbagliato una valutazione nei confronti di un cliente, le cui problematiche sono emerse dopo l’intervento dell’autorità giudiziaria, quali sono le domande che mi devo porre?

Innanzitutto mi devo chiedere:

  • Quali elementi, quali informazioni avevo al momento della valutazione di qualche anno prima per addivenire, eventualmente ad una conclusione diversa?
  • L’attività economica oggetto di esame, oltre ai requisiti formali – partita Iva, iscrizione camerale, bilanci depositati etc. – era strutturata sul territorio come organizzazione logistico ed imprenditoriale – mezzi adeguati, dipendenti etc.?
  • L’operatività registrata sui rapporti di conto, ovvero nelle scritture contabili obbligatorie, risultavano coerenti con l’oggetto sociale dichiarato e come tali ritenute in linea con il rispetto della normativa antiriciclaggio?
  • Risultano eseguiti dei riscontri a scandaglio sulle fatture emesse, ovvero un esame approfondito di eventuali operazioni straordinarie?
  • Negli anni, la stuttura di riferimento – banca o studio professionale – ha svolto con puntualità i programmi di “formazione antiriciclaggio” a beneficio della rete e/o dei collaboratori?

Se le risposte a questi interrogativi saranno puntuali, come soggetto obbligato non potrò ritenermi in alcun modo responsabile, potendo ragionevolmente dimostrare di aver svolto gli adempimenti prescritti dalla normativa antiriciclaggio con puntualità e rigore.

Forse vi potrà sembrare eccessivamente ottimistico quello che ho appena detto ma per natura, sono stato sempre abituato a conservare il pessimismo per i giorni migliori che, anche grazie al vaccino, certamente arriveranno!

=====

1Cliente coinvolto in un’associazione a delinquere finalizzata ad una frode carosello, articolata su un giro di false fatturazioni con ingente danno erariale

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  1. Con il senno del poi una “valutazione” potrà rivelarsi sbagliata. In questi casi, anche per non ripetere l’errore, come soggetto obbligato agli adempimenti antiriciclaggio devo conservare la convinzione di aver posto in essere ogni utile accorgimento per fare bene ripensando e ripercorrendo il lavoro svolto.
    L’esperienza deve servire!

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