Marco Villani, Vicesegretario Generale di Palazzo Chigi: “Il sistema contro la criminalità funziona. I reati sono diminuiti”
Fonte: ripartelitalia.it
Marco Villani, Vicesegretario Generale di Palazzo Chigi, è intervenuto agli Stati Generali della Ripartenza organizzati dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 29 e 30 novembre 2024 a Bologna.
Ecco le sue dichiarazioni prima di partecipare al panel centrato sul tema “Criminalità organizzata, pubblica amministrazione e tessuto economico: come uscirne?“, moderato dal giornalista Lirio Abbate.
“Innanzitutto quando parliamo di corruzione parliamo di un sistema assai complesso, perché parlare di corruzione non è sempre un tema facile. Rispetto a ciò che appare molto rimane in maniera carsica, sottoterra e non esce alla luce, però gli ultimi due anni ci danno dei risultati piuttosto importanti, gli ultimi due anni vediamo aumentate le denunce, negli ultimi due anni vediamo diminuito il numero dei reati. Questo significa che comunque già soltanto l’impianto normativo attuale, già il fatto di parlarne porta a dei risultati positivi in Italia.
Voglio leggere al contrario le classifiche di transparency, quando troviamo l’Italia sotto alcuni paesi per cui una legittima perplessità ci sarebbe nel pensare che c’è minor corruzione rispetto a noi, significa che da noi se ne parla di più, c’è maggior coscienza e questo significa anche maggior reattività al fenomeno.
Ora è un fenomeno che ha norme che hanno bisogno continuativamente di manutenzione, perché se già dieci anni fa si parlava che in pochi minuti si potevano pulire dei soldi la criminalità organizzata che recupera i suoi utili illeciti sul sistema economico legale e così lo inquina, in 80 operazioni di laundry in poco più di qualche minuto.
Sicuramente questo sarà ancora più complesso e quindi c’è bisogno che l’intelligenza umana si metta a disposizione dell’intelligenza artificiale per studiare e creare quei sistemi di trasparenza e digitalizzazione che hanno permesso nel solo 2023 di controllare il 70% degli appalti pubblici su base informatica e di avere comunque una rilevazione del 15% degli appalti come sospetti e di avere rilevato nei primi sei mesi, fatto un indagio sui primi sei mesi del 2024 quindi dell’anno in corso pari a 70 mila transazioni sospette segnalate da Banca d’Italia.
È chiaro che attraverso il PNRR più soldi ci sono più la criminalità organizzata si adopera su quello perché dobbiamo perdere un po’ l’idea delle mafie organizzate che poi in gran parte quei reati e quelle denunce sono nelle quattro regioni del sud Italia ancora oggi, denunce e reati, dobbiamo perdere quell’idea perché poi di 70 mila operazioni sospette illegali di Banca d’Italia il 20% è in Lombardia mentre il 5% super giù è in Sicilia.
Questo la dice lunga, il sistema dei grandi appalti è il sistema dove “follow the money”, seguendo i soldi si segue la criminalità organizzata. Il sistema dei grandi appalti chiaramente è come il miele per le api, ma questo non deve significare che noi dobbiamo avere paura di questo, anzi dobbiamo aumentare il livello dei controlli semplificando al contempo l’attività amministrativa.
Questo per esempio può farlo una grande Corte dei conti, magistratura presso la quale indegnamente servo il mio paese, che accanto all’amministrazione e con un controllo che le accompagni nelle scelte le rende anche più autonome e libere dalla paura della firma.
Bisogna avere delle norme che premino le imprese che combattono l’illegalità, che difendono l’anonimato quando ci sono le denunce, ma bisogna anche ricordare che oggi quando la Corte Costituzionale parla di fatica di lavorare ha ragione, nel comparto pubblico c’è una certa fatica. Perché? Perché la sovrapposizione normativa che va dall’Unione Europea agli ultimi regolamenti comunali rendono difficile assumere scelte che si sostanziano in ordinanze e deliberazioni amministrative. Quindi accanto a questa fatica ci devono essere tutte quante le amministrazioni, tutte quante le istituzioni del paese che devono ognuno per proprio conto fare un po’ il Cireneo, il Simone, padre di Alessandro Rufo che porta un pezzo della croce, perché la croce tutta interna non può portarla soltanto una pubblica amministrazione che in questo momento si trova a gestire un patrimonio per il PNRR molto importante, ha risorse e strumenti limitati.
Voglio ricordare quello che ha detto anche dal generale Masiello, la burocrazia che poi è difensiva perché attraverso una iper-processualizzazione abbiamo una crescita delle difficoltà nella gestione amministrativa nei tempi – che i tempi non sono una variabile indipendente, i tempi hanno un loro costo – che frena il nostro esercito quando si trova a dover cambiare un drone che normalmente ora invecchia nell’arco di quattro mesi.
Tutto questo fa sì che soltanto digitalizzazione e trasparenza possano oggi significare efficienza, ma digitalizzazione e trasparenza guidate sempre dagli uomini, perché nelle scelte non c’è un automatismo.
Il legislatore del D.Lgs. 36 con il principio di fiducia e il principio del risultato ha detto proprio questo, rimettiamo le persone con la loro responsabilità e discrezionalità amministrativa al centro di ogni processo di appalto e di gestione di risorsa pubblica”.
Un riscontro più puntuale dei rapporti avviati con attività economiche esistenti solo sulla carta che, attraverso una verifica di cantiere verrebbero alla luce – know how, logistica di cantiere, attrezzature, personale – potrebbe meglio aiutare l’Istituzione nel circoscrivere determinate realtà a rischio per la esistenza di “cartiere”.
Anche qui, prima di inoltrare una Sos che può servire a fare solo questa tipologia di statistica ma di nessuna utilità pratica, una lettura più attenta delle transazioni potrebbe migliorare significativamente la qualità della “collaborazione attiva”.
Pià volte ho parlato delle modalità pratiche per scoprire queste realtà criminali, in grado di scongiurare un coinviolgimento anche inconsapevole del soggetto obbligato!