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Dazi, le merci già in calo. E Bessent attacca la Cina

Dazi, le merci già in calo. E Bessent attacca la Cina

Storia di Marcello Astorri

Fonte: Il Giornale

Nei porti americani stanno arrivando sempre meno navi cargo. Si tratta dei primi effetti della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Secondo il Financial Times, i gruppi di logistica hanno comunicato un drastico calo delle prenotazioni di container in arrivo negli Stati Uniti dopo l’introduzione dei super dazi al 145% sulle importazioni cinesi. Il porto di Los Angeles, principale via d’ingresso per le merci del Dragone, prevede che gli arrivi programmati nella settimana che inizia il 4 maggio saranno inferiori di un terzo rispetto all’anno precedente. Stesso calo è atteso nel trasporto aereo. Secondo gli ultimi dati disponibili del servizio di tracciamento dei container Vizion, a metà aprile le prenotazioni di container standard dalla Cina agli Stati Uniti erano inferiori del 45% rispetto all’anno precedente.

Ma se il dossier Pechino sembra essere quello più difficile, il capo del Tesoro Usa è molto ottimista sugli altri colloqui. «Molti Stati hanno presentato proposte molto buone» sul commercio, ha aggiunto Bessent. «Uno dei primi accordi commerciali che firmeremo sarà probabilmente con l’India». Gli Stati Uniti hanno messo in pausa per 90 giorni i pesanti dazi «reciproci» imposti sui prodotti importati per permettere agli altri Stati di avviare delle trattative per scongiurarli. Tra questi ci sono anche l’Europa e l’Italia, con la premier Giorgia Meloni che sta giocando una delicata partita di mediazione in virtù degli ottimi rapporti personali con il presidente Trump.

1 commento

  1. Una guerra sbagliata per un obiettivo giusto.

    Bisogna prendere la palla al balzo, anche approfittando della coincidenza della morte del Pontefice che, avendo messo al primo posto in agenda il “Primato dei poveri”, ci ha lasciato una eredità molto impegnativa.
    In primis, l’Organizzazione Mondiale del commercio, deve dare qualche segnale di esistenza in vita. A questo punto, l’intero occidente – Usa in primis – il mondo libero, in modo sinergico, deve proporre delle regole tese ad ostacolare la corsa di tutti i Brend mondiali ad andare a produrre in China, convinte come sono di scrivere il “Conto economico” in danno dei diritti dei lavoratori e della sostenibilità ambientale.
    Bisogna stroncare con ogni mezzo la “concorrenza sleale” praticata da decenni dal Dragone che, fuori da ogni dinamica imprenditoriale, ha portato alla chiusura per fallimento tutti i competitor a livello globale, alimentando disuguaglianze inaccettabili, peraltro pure in crescita.
    Come ogni grande Consesso, servono regole in grado di garantire equlibri che si sono persi da svariati decenni, mettendo a rischio – come stiamo vedendo – la stessa convivenza civile.
    Ad horas!

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