RECIDIVA REITERATA & LIVELLO DI PERICOLOSITA’ DEL SOGGETTO: Nessun automatismo

Non è automatica la recidiva reiterata: è il giudice del merito che deve valutare quanto la circostanza incida effettivamente sulla pericolosità del soggetto. Parola della Corte costituzionale, cui si è uniformata la Cassazione. Se questo si sapeva, resta però da capire che succede qualora il giudice del rinvio ha deciso in senso contrario sulla base del principio di diritto fissato dalla Suprema corte prima che intervenisse la Consulta. E la risposta è che il principio della non obbligatorietà costituisce un approdo ormai non opinabile nella giurisprudenza di legittimità, con la conseguenza che deve essere applicato in tutte le situazioni ancora sub iudice, compresa quella di ricorso contro la sentenza di rinvio. Lo precisa la sentenza n. 6422 del 21 febbraio 2011, emessa dalla seconda sezione penale della Cassazione.
La giurisprudenza delle Cassazione è cambiata, grazie a una pronuncia delle Sezioni unite, dopo una sentenza interpretativa di rigetto della Corte costituzionale sulla “ex Cirielli”, la legge 251/05 che ha introdotto la recidiva reiterata: ormai la non obbligatorietà nell’applicazione del principio costituisce un approdo ineludibile. Sarebbe dunque penalizzante per l’interessato – scrivono i giudici con l’ermellino – pretendere l’effettivo instaurarsi del procedimento di denuncia di incostituzionalità: sono sufficienti i motivi di ricorso incentrati sul sopravvenuto mutamento della giurisdizione.
Nella specie la Cassazione annulla la sentenza di rinvio, ripristina la sentenza la pena inflitta dal giudice di prime cure ed evita così un altro rinvio.

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