mercoledì, Maggio 1, 2024
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GIUSTIZIA & POLITICA: azione penale e sovranità popolare

L’ampio plebiscito di consensi manifestato dall’esito nelle recenti elezioni politiche dell’aprile u.s., ha affidato l’onere di governo del Paese all’Onorevole Silvio Berlusconi. Si è trattato di una manifestazione di volontà collettiva netta e priva di tentennamenti.  La stragrande maggioranza degli italiani, sia pure a conoscenza dei tanti interessi dell’imprenditore, Cav. Berlusconi, spesso anche conflittuali con possibili scelte economiche e/o di politica industriale dell’azienda Italia, hanno creduto nell’uomo e agli impegni dallo stesso assunti in campagna elettorale.

Quali sono stati questi impegni? ne cito alcuni fra i più importanti:

  • una maggiore sicurezza per i cittadini, migliorando la prevenzione e la certezza della pena tanto della grande che della micro criminalità;
  • il superamento dello stato emergenziale dei rifiuti a napoli e in tutta la Regione Campania;
  • una defiscalizzazione del lavoro dipendente e pensionati, soprattutto con l’intento di favorire i redditi medio-bassi;
  • una graduale e generalizzata riduzione della pressione fiscale;
  • un piano casa per le giovani coppie o anziani spesso non autosufficienti;
  • una significativa liberalizzazione dei tanti servizi pubblici locali, con l’intento di migliorare la concorrenza a vantaggio dei consumatori;
  • una semplificazione legislativa e burocratica della macchina dello Stato;
  • un  rilancio delle infrastrutture ritenute indispensabili per il sistema Paese.

E’ evidente che, esaurita la campagna elettorale, bisogna passare dalle chiacchiere (promesse elettorali) ai fatti (provvedimenti di governo) . Per fare questo, si deve governare, assumendo decisioni, prendendo impegni anche internazionali ovvero coordinarsi alle direttive della Unione Europea. Realizzare un programma così ambizioso, richiede un grande lavoro, da svolgersi con umiltà e passione nell’interesse dell’Italia e degli italiani che questo Governo hanno fortemente voluto. Esiste tuttavia il problema dei processi per fatti di rilevanza penale per i quali, già da tempo, se ne sta occupando la magistratura, laddove il Capo del Governo è imputato. Trattasi di atto dovuto, posto che, per come recita l’art.112 della Costituzione, “Il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale”. Nella realtà, sappiamo bene che questo dettato costituzionale è abbondantemente disatteso, lasciando alla discrezionalità del singolo ed illuminato magistrato la scelta dei processi da mandare avanti e degli imputati da processare o, in alternativa, mandarli in prescrizione (archiviazione per decorso del tempo). In buona sostanza, da tempo e non da oggi, la politica criminale/giudiziaria nel nostro Paese è decisa dalla magistratura laddove, forse, sarebbe preferibile che fosse decisa da un Parlamento liberamente eletto dai cittadini.

Cosa fare?  quale strada seguire?

Si potrebbe tornare alla immunità Parlamentare ante tangentopoli con la vecchia formula dell’autorizzazione a procedere da parte della Camera di appartenenza (… che nessuno rimpiange) oppure, stabilire una sospensione dei processi in capo alle quattro più alte cariche dello Stato: Presidente della Repubblica, Capo del Governo e Presidenti delle due Camere. Trattasi di un percorso tanto obbligato quanto ragionevole, a suo tempo già previsto dai Padri Costituenti e già in uso in tanti altri paesi occidentali.

Molti gridano allo scandalo! leggi ad personam, si dice: il Premier pensa per se e non all’interesse del Paese e altro ancora.

Io penso invece che siano leggi di buon senso per consentire ad un Governo liberamente eletto, di esplicitare le sue potenzialità  di amministrazione della cosa pubblica allo scopo di concretizzare le promesse fatte in campagna elettorale.

Proteggere il Capo del Governo in carica dall’assalto della magistratura durante  l’intera legislatura non è una legge ad personam, ma una legge degli italiani che quel Premier hanno liberamente scelto.

Diversamente, quale giudizio trarre quando un Governo cade grazie ad una informazione di garanzia per la quale, a distanza di svariati anni, si scopre la insussistenza della iniziativa giudiziaria e dell’intero castello accusatorio? Finiremmo per concludere che in Italia la politica, nella sua accezione più nobile e ampia,  è decisa dalla “giustizia” …Non sono d’accordo!!!

Bari, 05 luglio 2008

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