venerdì, Maggio 17, 2024
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IN TUTTA COSCIENZA, INTELLETTO E AMORE

Da un testamento autentico, riporto:

“””Testamento olografo scritto nel basso della mia abitazione dopo un accurato esame di coscienza e assistito da tutta la lucidità mentale.

In nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, amen. Quale proprietario di una abitazione in questo centro composta di due bassi intercomunicanti soprastanti con stanzino ripostiglio, bagno mezza vasca ed entrata, dispongo col presente atto olografo, con ferma e precisa mia volontà, che la disponibile della sopraccennata mia abitazione, in caso di mio eventuale decesso, e subito, dico, all’atto della mia morte – dopo quindi la mia dipartita – sia ereditata da mio fratello caro Antonio, da mio fratello caro Armando, da mio fratello caro Rodolfo, da mio fratello caro Mario e da mio fratello caro Roberto, a me tutti molto cari. Come si vede ho escluso le mie tre sorelle.

Questo, a loro talento, in riconoscenza di questo mio benevolo pensiero su di essi, sovvengano, quando lo crederanno opportuno, a concorrere finanziariamente a eventuali necessità urgenti che si presentassero ai miei figli. In linea di massima, e non perché io intenda disparità di concorso nella equanima somministrazione ai miei figli, tengano più in occhio benevole colui o colei tra essi che più marcatamente ha avuto, ha ed avrà maggiore rispetto della mia persona, più riconoscenza dei sacrifici che per essi ho fatto!

E ciò perché – poveri figli, sin da tenera età, non per colpa loro! – per manovre subdole dei miei parenti nemici ed insinuazioni della madre, noto tra essi noncuranza per quanto ho fatto! Non senza ragione, quindi, è scaturita dall’animo mio la decisone di escludere completamente mia moglie dall’eredità.

Dal giorno che mi sposai con lei ad oggi, ha giornalmente attentato alla mia dignità morale con denigrazioni obbrobriose ed infondate, accusandomi di averla fatta stare sempre digiuna, mentre ho consumato un patrimonio per lei e per i figli: due negozi chiusi, una proprietà terriera e mezza casa venduta, eccetera, senza contare una vita di lavoro.

Non ha mai, secondo le sue forme e la sua nota capacità, concorso all’aiuto mio morale o materiale, in tempi di agiatezza o di crisi. Ha trascurato il bene della famiglia per parteggiare a favore della madre e delle sorella, miei noti nemici! Noti specialmente a lei. Per quante bis trattazioni ho avuto, solo per il mio senno non sono avvenute disgregazioni dolorose e scandalose della famiglia!

Nelle calamità della mia vita, per un concorso morale e materiale, non mi sono trovato di aiuto alle spalle che i miei fratelli sovvenendomi essi con periodiche somme di danaro. Mai le mie sorelle più propense allo sperpero, alle insinuazioni calunniose, a fare commedia coi miei nemici anche a loro noti!

Chiedo dunque ai miei fratelli di prendere viva parte all’educazione dei miei figli, nell’indirizzo all’onesto lavoro, ad additare e a ricordare quanto io ho fatto per la famiglia, da quali buoni propositi sono stato animato sin da ragazzo nel lavoro col bravo Babbo, colla lavoratrice buona ottima Mamma, quali sono stati i nobili sentimenti che mi hanno guidato nella vita militare-coniugale, civile-religiosa, ufficiale-ufficiosa. Se qualche volta fui distratto da essi, certo lo fui solo pel mal comportamento e il millapprezzamento da parte di mia moglie dei miei muti sacrifici che tuttora benedico perché a favore dei figli!

Perciò in tutta coscienza, intelletto e amore, dono la citata disponibile della mia abitazione ai miei fratelli: Chiedo scusa ai figli per quanto ho deciso, ma sappiano che tal’è la migliore garanzia loro perché poggiata su più solide basi di cultura e di finanze dei miei fratelli! Mentre con tutto l’affetto di padre li benedico, li esorto all’onestà, al lavoro e all’educazione più attenta civile e religiosa per perpetuare degnamente la mia volontà e il mio insegnamento.

Un saluto doveroso alla Patria e un abbraccio affettuoso a chi mi ha amato in vita e mi amerà dopo la morte.

Amen.””

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