Ettore Locatelli
Le elezioni siciliane e piu\’ precisamente quel 53%
circa di elettorato che non ha votato simboleggia lo “sputo” in
faccia alla politica ,ovvero ai politicanti. C\’era da aspettarselo da tempo ed
altri sputi seguiranno. \’O popolo \’o vò! E\’ un modo per scaricare la tensione,
attenuare il malcontento e la rabbia. Ma tutto questo non cambierà gran che. Se
chi non vota pensa che in tal modo fa opposizione alla politica, cioè alla
azione dei marpioni e degli affaristi si sbaglia. Anzi ottiene il risultato
opposto. Perché chi non vota, anche se maggioranza numericamente assoluta, non
conta niente. Non decide e non incide. E in pratica consente di governare a chi
è minoranza. In seguito, però, non dovrà lamentarsi per quello e quanto quei
pochi che governano faranno. In sintesi il risultato in Sicilia da indicazioni
notevoli su come la politica dovrà orientarsi nel breve-medio termine. Se
l\’effetto dell\’antipolitica è questo: reg.li 2008- PDL 900.000 voti circa; PD
500.000 voti circa; reg.li 2012- PDL 247.000 voti circa; PD 257.000 voti circa,
appare chiarissimo il successo assoluto di Grillo che ha ulteriormente
scoperchiato la pentola del conformismo e del consociativismo che, a vari
livelli, hanno corroso, corrotto e devastato la Sicilia e l\’Italia. Ma tornando
alla rotta da tenere in politica, un sottile e realistico suggerimento ci viene
da Massimo Giannini (La Repubblica 30/10/2012) :” Il P.D. ha dunque una
sola chance che il risultato siciliano avalla e propizia. Deve saper essere una
forza capace di federarne altre, usando l\’unica risorsa della quale in questo
momento sembra disporre: il suo potere di coalizione. La sua forza di
attrazione che si deve poter esplicare sia alla sua sinistra che al centro. E\’
LA FATICA DEL RIFORMISMO! Chi non capisce questo e si ostina a porre veti
insormontabili sulle alleanze e paletti irrinunciabili sui programmi rischia di
condannare il centro-sinistra alla divisione e quindi alla minorità. Ma a
Sarno che succederà alle prossime amministrative? Il caravanserraglio in
cui sguazza la politica locale non fa prefigurare nulla di buono. E il
sonnecchiare in cui si attarda la sinistra andrebbe sostituito con iniziative
metodiche e significative. C\’è tanto spazio politico vuoto da poter
opportunamente occupare. Basta mettersi a tavolino e preparare una scaletta. I
temi abbondano. I cambiamenti non cascano dal cielo, avvengono quando si
producono e mettono in pratica nuove idee. Quando ci si impegna a favore di
interessi generali. Quando a
proposte stimolanti seguono azioni concrete e mirate
che coinvolgano i cittadini nella partecipazione diretta. Anche per evitare che
essi diano ancora la delega in bianco al “Berlusca ” di turno,
facendosi risucchiare nella vecchia e deleteria voragine della sudditanza e del
clientelismo. Non si può aspettare la befana compiacendosi con luoghi comuni
come: “non siamo tutti uguali; noi siamo diversi”. La diversità non
si dichiara si dimostra. L\’attendismo della sinistra locale, proprio in
coincidenza col crollo del PDL nazionale ( e le staffette macchietta
SARNO-SALERNO-PROVINCIA E RITORNO) appare quasi un tentato suicidio. Così la
vedo io. Ma tra il dire e il fare (si sa ) c\’è di mezzo il mare.
P.S.
Giacomo
Ulivi, partigiano, prima di morire nel 44 scrisse su una lettera ” TUTTO
NOI DOBBIAMO RIFARE. MA SOPRATTUTTO DOBBIAMO RIFARE NOI STESSI”.
