Nei
primi giorni del 2013 mi sono recato alla filiale Bnl di via Brigata Liguria a
Genova per richiedere la chiusura di un conto corrente a me intestato (aperto
poco più di un anno prima per essere utilizzato come “conto di esercizio” alla
successione di mio padre).
Dopo
una breve chiacchierata con il direttore, che si rammaricava della mia scelota
e tentava invano di convincermi a mantenere attivo il rapporto, ho espletato
tutte le abituali attività (verifica che non vi fossero domiciliazioni attive,
trasferimento su un altro conto corrente a me intestato della maggior parte
della liquidità, restituzione della chiave della cassetta di sicurezza e
chiusura del relativo contratto).
Ho
dunque augurato buone ferie al personale presente e sono andato a mia volta in
ferie considerando chiusa la pratica.
Beata
ingenuità!
Poco
prima di Natale, rendendomi conto di non aver più ricevuto alcuna notizia in
merito (anzi, un estratto conto mi aveva testimoniato che al 30 settembre il
conto era ancora attivo) facevo una seconda visita in filiale, trovando una situazione
di notevole confusione (direttore rimosso?).
Un
addetto mi consigliava di provare a ritornare in un momento più tranquillo,
dopo le fstività.
Accettato
di malavoglia il suggerimento, mi ripresentavo una terza volta in filiale il 14
gennaio 2013. Sorpresa: nessuno sapeva della mia richiesta di chiusura del
conto. Il direttore con cui avevo parlato era stato trasferito, così come l’impiegata
che aveva seguito la pratica. In sostanza, non era stato fatto nulla.
Armato
di santa pazienza, rinnovo la mia richiesta. Questa volta prelevo quasi tutta
la liquidità possibile, lasciando depositata soltanto una cifra che dovrebbe
coprire le spese di chiusura.
L’eccedenza
– mi viene detto – mi verrò restituita con un assegno circolare inviato al mio
domicilio.
Torno
a casa un po’ irritato, ma convinto di avere chiuso la questione.
Verso
la metà di aprile 2013 ricevo il saldo finale con l’assegno? No: era l’estratto conto al 31
marzo, gravato di 15,40 euro per spese di tenuta conto.
Questa
volta scelgo di utilizzare la posta elettronica e scrivo al mio “gestore di
fiducia” riassumendo alo questione, manifestando le mie perplessità e
invitandolo a fare qualcosa per aiutarmi a risolvere il problema. La mossa è
azzeccata, perché circa un mese dopo ricevo un estratto conto di chiusura (al 6
maggio 2013), ancora gravato dei soliti 15,67 euro per spese di tenuta conto,
con la comunicazione di un bonifico a mio favore di residuali 96,63 euro.
Tutto
è bene quel che finisce bene, dunque? Nemmeno per sogno dal momento che di
quella cifra non si è ancora visto nulla, né sotto forma di bonifico né sotto
forma di assegno circolare. L’11 luglio 2013 scrivo ancora un’ultima e-mail al “gestore
di fiducia”, invitandolo a fare quanto nelle sue possibilità per giungere ad una
definitiva chiusura della questione ma senza apprezzabile sito.
In
un anno di tempo Bnl non è riuscita a chiudere il mio conto corrente e ha
premiato la sua inefficienza prelevando circa 50 euro per spese varie.
Andrea
Puppo
(via e-mail)
RISPONDE BNL
In merito a quanto segnalato dal signor
Andrea Puppo ci scusiamo, innanzitutto, per l’accaduto e per il ritardo
riscontrato nella chiusura del suo conto. Nello specifico, dopo aver verificato
le motivazioni che hanno portato al disguido sui tempi di estinzione,
sottolineiamo che questa operazione non si è potuta perfezionare perché il
cliente ha effettuato nel frattempo un prelevamento e ciò ha interrotto la
procedura informatica di chiusura conto, risultando al sistema una ripresa dell’operatività.
Dopo la segnalazione della mancata
chiusura da parte del cliente, la banca ha poi provveduto a fare inserire
nuovamente la richiesta, che si è poi effettivamente perfezionata in circa due
settimane. Precisiamo, inoltre, che Bnl ha versato al cliente la somma dovuta
per la giusta valuta e interessi previsti. La banca, infine, ha provveduto a
informare il signor Puppo sulla risoluzione del caso, riscontrando la sua piena
soddisfazione.
DAL
SOLE 24 ORE DEL 2 NOVEMBRE 2013
