Il mio Comune ha stabilito di equiparare ad abitazione
principale la casa data in comodato a parenti in linea diretta di primo grado
ma soltanto se la rendita catastale non supera i 500 euro. Chiedo se è corretto e se posso pagare soltanto sulla eccedenza.
R I S P O S T A
L’assimilazione
dell’abitazione data in comodato a quella principale è disciplinata dal decreto
legge 102/2013, applicabile per il solo saldo 2013, da quanto previsto nel
disegno di legge di stabilità 2014.
In
particolare il decreto legge non pone particolari vincoli e lascia ampio spazio
alla discrezionalità delle Amministrazioni comunali. Nel disegno di legge di
stabilità invece è per ora previsto che l’assimilazione possa essere disposta
limitatamente alla quota di rendita risultante in catasto non eccedente il
valore di euro 500 oppure nel solo caso in cui il comodatario appartenga a un
nucleo familiare con Isee non superiore a 15mila euro annui. Ora non si conosce
cosa ha effettivamente deliberato il suo Comune, ma se per ipotesi avessero già
utilizzato la formula prevista nel disegno di legge di stabilità, allora la
previsione andrebbe intesa nel senso che se una abitazione ha una rendita di
600 euro, l’Imu corrispondente a 500 euro di rendita non è dovuta, mentre l’Imu
corrispondente a 100 euro di rendita è dovuta.
DAL SOLE 24 ORE DEL 10.12.2013