Che le banche
abbiano spesso rapporti conflittuali con i loro clienti è cosa risaputa come
anche che gli errori materiali risultino nel campo dell’umano mestiere.
Singolare è però, come nel mio caso, l’inspiegabile difficoltà a ottenere da
Fineco documentazione certificata movimentazioni riguardanti lo “zainetto
fiscale”. Questo a maggior ragione, perché, il motivo del contendere, fino ad
oggi, non riguardava la banca medesima ma altresì altra banca, quindi, credo,
un masochistico modo per incrinare fiducia e certamente futuri rapporti con un
cliente; sarà gioco di squadra fra banche? Cartello sull’inapplicazione dei
diritti della clientela? Noncuranza e menefreghismo? Cerchiamo di spiegare per
sommi capi quanto mi sta accadendo: trovatomi in contenzioso con un’altra banca
per perdite di crediti d’imposta, (mi fu consegnato il certificato con anni di
ritardo) e quindi con relative imposte non salvaguardate per diverse migliaia
di euro, necessito della certificazione delle registrazioni di quando, quanto e
come, Fineco ha ricevuto e registrato, per altro a mio avviso correttamente, le
diverse annualità di credito e di quanto (per differenza) è andato perso.
Avendo già
ottenuto conforto da sentenza dell’arbitro bancario sul torto, per ottenere un
equo indennizzo ho necessità di comprovare, oltre all’ovvietà dei calcoli, la
certezza delle registrazioni e qui avviene l’intoppo. Faccio richiesta con fax
del 17 settembre 2014 a
Fineco chiedendo cortese sollecitudine, per poter chiudere una vicenda che già
si trascina dal 2010.
Non ricevendo
alcuna risposta, telefono per quattro volte il call center dove, dapprima mi
rassicurano, poi mi dicono anche che la risposta compete all’ufficio legale e
che potrebbe impiegare anche tre mesi per poterla evadere. Faccio anche
intervenire il promotore che si dice non competente in materia.
Spedisco
ulteriore fax, descrivendo tutte le mie perplessità sull’ingiustificabile
ritardo e sulla liceità di un loro possibile ritardo di anche tre mesi per
certificarmi solo alcune scritture contabili; ricordo loro che per chiudere un
conto, (vi sono sentenze in merito), non si richiedono più di 15 giorni
lavorativi (vi trascrivo in calce copia del fax, omettendo di citare altra
banca in contenzioso). Naturalmente, credo che i miei rapporti con la Fineco
andranno a modificarsi e vi chiedo se esistano ragioni per giustificare detti,
per ora, solo ritardi di mesi.
Altra questione
è se del caso possa occuparsi anche l’arbitro bancario o sia competenza
esclusiva del giudice ordinario, visto che l’impossibilità a liquidare i danni
conseguenti alle perdite di tempo, i disagi, le perdite di operatività, anche
per l’eventuale chiusura del conto e il trasferimento ad altra banca potrebbe
inficiare la possibilità di adire tale organo conciliatore, (infatti, mi
risulta che esso rigetti regolarmente qualunque domanda che non contempli
perdite monetarie ritenendo estranea alla propria giurisdizione ogni richiesta
di adempimento alle regole vigenti nei rapporti bancari).
Lettera
firmata (via e-mail)
RISPONDE BANCA FINECO
Scusandoci con
il lettore per il disguido, desideriamo precisare che, a seguito della sua
segnalazione, abbiamo provveduto all’emissione e spedizione del documento
richiesto.
DAL”PLUS24” DEL “IL SOLE 24 ORE” DEL 27 DICEMBRE 2014
