La storia politica del nostro Paese non è mai stata facile, né da vivere e ancora meno da interpretare.
La strategia messa in atto dal Premier nel designare e imporre la candidatura dell’attuale giudice della Corte costituzionale Sergio MATTARELLA, appare in controtendenza al predicato cambiamento e anche al gradimento degli italiani o almeno della maggior parte.
Si dice:
• E’ stata una scelta utile a ricompattare l’area della sinistra che, da almeno un anno a questa parte, la c.d. minoranza e l’area radicale (come Sinistra, Ecologia e Libertà), si è sempre messa di traverso nei diversi tentativi di riforma in atto;
• Non è stata una scelta condivisa con l’opposizione, che pure ha collaborato – sulla base di accordi specifici passati sotto la voce del “Patto del Nazzareno” – a votare già diverse Riforme (quella Costituzionale del Senato, la Riforma del lavoro – Jobs Act -, la nuova legge elettorale e altro ancora).
Personalmente avrei preferito una persona al di fuori o comunque non dichiaratamente schierato per una parte politica, soprattutto oggi che veniamo da oltre venti anni vissuti con tre settennati di sinistra, con tutto il seguito che ciò ha comportato (per esempio i Senatori a vita di nomina Presidenziale da parte di Scalfaro, Ciampi e Napolitano).
Ci si aspettava una donna o comunque uno studioso, un professore universitario ma non certamente uno che mastica politica con incarichi istituzionali da almeno trenta anni.
Dove sta il nuovo, il cambiamento, la novità! Certe volte mi prende lo sconforto anche se per fortuna mi passa subito: sono e rimango un ottimista, a prescindere!.
Mi auguro solo che questo contrattempo non modifichi il percorso delle Riforme già avviato, oggi più che mai che la fiducia degli italiani sta aumentando, il trend della crisi sta dando segnali di vitalità.
Incrociamo le dita in attesa di vedere l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Viva l\’Italia, viva il nuovo Presidente, a prescindere!
