lunedì, Maggio 6, 2024
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LAVORO & PREVIDENZA: Chiarimenti INPS (Assegni familiari, Omesso versamento contributi, Ticket licenziamento etc.)

Ecco alcuni nuovi chiarimenti forniti dall’INPS

Continua
ad arricchirsi la banca dati online offerta dalla Fondazione Studi CdL
ai propri iscritti, in cui confluiscono tutte le risposte dell’INPS
utili alla risoluzione di problematiche che non trovano risposta nella
documentazione ufficiale. L’Istituto previdenziale, infatti, dopo la
prima carrellata di risposte fornite il 7 gennaio scorso, ha fatto luce
su argomenti estremamente interessanti, tra i quali spuntano: il ticket
licenziamenti, assegni familiari e ritardato o omesso versamento di
contributi alla Gestione separata INPS.

Assegni familiari – Partendo dal quesito sugli assegni familiari, è stato chiesto se il
trattamento spetterebbe per le singole giornate di lavoro svolte fermo
restando ovviamente il diritto anche per la giornata di ferie, qualora
la lavoratrice non abbia raggiunto le 24 ore di effettiva prestazione
lavorativa per la quale è stata assunta.

Sul punto, l’INPS ha
precisato che ai lavoratori occupati a tempo parziale spetta l\’ANF nella
misura settimanale intera soltanto se hanno lavorato almeno 24 ore
nella settimana (sia come impiegato che come operaio), raggiungibili
anche cumulando più rapporti di lavoro a tempo parziale o a tempo pieno.

Se il numero delle ore lavorate è inferiore, spettano tanti
assegni giornalieri quante sono le giornate di lavoro effettivamente
prestate, indipendentemente dal numero delle ore lavorate in ciascuna
delle giornate stesse. In ogni caso non possono essere erogati
complessivamente più di 6 assegni giornalieri per ciascuna settimana e
26 per ogni mese. Le ferie sono considerate giornate retribuite e quindi
coperte dall’assegno.

Ticket licenziamento –
Altro chiarimento interessante è stato fornito in merito al ticket
licenziamento. Al riguardo, è stato chiesto se l’importo è dovuto per
intero anche per i rapporti di lavoro part-time verticale o ciclico, ad
esempio nel caso in cui il contratto sia a tempo indeterminato, mettiamo
con durata di un anno, ma nel quale cui la prestazione si svolga ad
esempio per soli 3 mesi.

A tal proposito, è stato chiarito che
il contributo è slegato dalla prestazione individuale, essendo dovuto
nella stessa misura, indipendentemente dalla tipologia del rapporto di
lavoro cessato: in pratica, il datore di lavoro deve pagare lo stesso
contributo, sia nel caso che l\’interruzione del rapporto riguardi un
lavoratore part-time (che lavora, ad esempio, un\’ora la settimana) sia
per un dipendente che presta 40 ore settimanali.

A incidere sul
calcolo del ticket è invece la durata del rapporto di lavoro: per le
frazioni di lavoro sotto 12 mesi – il contributo va determinato in
proporzione al numero di mesi di durata effettiva del contratto,
considerando come mese intero quello in cui la prestazione lavorativa è
avvenuta per almeno 15 giorni.

Omesso versamento contributi – Infine,
l’INPS è stato interrogato in merito al comportamento da tenere in caso
di mancato o ritardato pagamento di contributi previdenziali e
assistenziali alla gestione separata. In particolare, è stato chiesto
se: il committente dovrà provvedere al calcolo del ravvedimento operoso?
oppure sarà tenuto solo al versamento dei contributi dovuti utilizzando
i codici consueti (CXX/C10) e dovrà attendere l\’avviso da parte
dell\’Istituto per la richiesta dell\’importo delle sanzioni? E ancora: in
caso di ravvedimento il totale della sanzione è pari al 5,75% in
ragione d\’anno a partire dal 01/01/2014? E quale sarà il codice “causale
contributo” da utilizzare nel modello 24?
Su quest’ultimo punto,
l’Istituto previdenziale ha semplicemente risposto che il codice tributo
per pagare le sanzioni è “COS”, mentre nel campo “Matricola “va
indicato 10 volte il carattere “8”. Il tasso da applicare è quello
vigente al momento del pagamento della quota capitale

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