mercoledì, Maggio 1, 2024
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BUON SENSO & DIRITTO: Una convivenza difficile!


La storia giudiziaria di Fabrizio CORONA, definitivamente
condannato a 13 anni di carcere ha indotto la sua ex, “Belén”, a esprimere
qualche considerazione di merito sulla vicenda di cronaca.

La stessa, conosciuta all’anagrafe come Maria Belén
Rodriguez, nell’esprimere il suo pensiero sulle condizioni carcerarie
complessive sofferte dal detenuto e completamente a digiuno di quisquiglie
giuridiche, ha tradotto il sentire comune
sulla opportunità della esistenza stessa dell’istituzione carceraria.

Conoscendo da vicino il personaggio, anche e soprattutto per i suoi pregressi rapporti
affettivi con il condannato, ha detto che, in luogo della condanna detentiva,
meglio avrebbero fatto se i giudici lo avessero condannato ad “una pesante sanzione di carattere
amministrativo”,
perché IL CORONA
“ha una malattia per i soldi”.

L’articolo 27 della nostra Carta Costituzionale,
testualmente recita:”Le pene non possono
consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato”
cercando tuttavia di tenere conto, per la
determinazione della natura ed entità della sanzione per chi infrange le
regole, della personalità del reo e dell’esigenza di rendere la pena inflitta
effettivamente deterrente – nell’interesse della collettività e non solo
vessatoria nei confronti del condannato.

Se questo è il principio di ordine generale, siamo oggi
sicuri che la nostra logistica carceraria, sia oggi in grado di assolvere al
predetto dettato costituzionale?

Dal momento che le
condizioni di vita nelle carceri sono disumane, certamente non rispondono, come
la Corte europea di Strasburgo ci ricorda continuamente, a questa elementare
esigenza.

Se questa è la situazione, si può pensare a sistemi di
pena alternativi al carcere che vanno dagli arresti domiciliari al controllo
dei movimenti dell’indiziato di reati come già oggi esiste nella legislazione
antimafia – ex artt. 1 e seguenti del D.lgs 159/2011[1].

Considerare superflua o addirittura dannosa anche per la
stessa società la detenzione carceraria se può da un a parte essere vista come
un obiettivo da raggiungere, dall’altra deve rappresentare una filosofia in
grado di restituire dignità al condannato e utilità all’intera società.

 

 

 



[1]Sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, Obbligo di soggiorno e/o Divieto
di soggiorno

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