sabato, Maggio 18, 2024
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CONCUSSIONE: Definizione giuridica

bilancia toga sentenza martello

Il reato di concussione: la fattispecie

L\’articolo 317 del Codice penale punisce con la reclusione da sei a dodici anni il
pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri,
costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un
terzo, denaro od altra utilità
. La concussione,
quale reato proprio, può essere commessa solo da un soggetto attivo che
riveste la qualità di pubblico ufficiale. Il comportamento incriminato
consiste nel farsi dare o nel farsi promettere denaro o altro vantaggio,
anche non patrimoniale, abusando della propria posizione.


L\’abuso è lo strumento attraverso il quale l\’agente pubblico innesca il processo causale che conduce all\’evento terminale.
La costrizione del pubblico ufficiale si concretizza nel compimento di
un atto o di un comportamento del proprio ufficio, strumentalizzato per
perseguire illegittimi fini personali.


La concussione per induzione

L\’articolo 319 quater c.p. sanziona con la reclusione da tre a otto anni la condotta del pubblico ufficiale o dell\’incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare
o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra
utilità
. Quello in esame è un reato a concorso necessario in senso proprio in quanto per la sua configurazione è necessario l\’apporto di almeno
due soggetti, entrambi punibili. Infatti, il capoverso dell\’articolo 319
quater estende la punibilità, con la pena della reclusione fino a tre
anni, a chi dà o promette denaro o altra utilità.

La linea di demarcazione tra concussione ed induzione indebita: l\’intervento delle Sezioni Unite

L\’individuazione della linea di confine fra concussione ed indebita induzione ha innescato un vivace dibattito
giurisprudenziale, soprattutto con riferimento al rapporto tra la
condotta di costrizione e quella di induzione.




Con la sentenza numero 12228 del 24 ottobre 2013, le Sezioni Unite
della Corte di Cassazione si sono pronunciate sul detto problema
interpretativo dirimendo il contrasto emerso in dottrina e in
giurisprudenza.


Per il giudice di legittimità, il
criterio discretivo tra il concetto di costrizione e quello di
induzione deve essere ricercato nella dicotomia minaccia-non minaccia
, che è l\’altro lato della medaglia rispetto alla dicotomia costrizione-induzione, evincibile dal dato normativo.

L\’induzione
va intesa come alterazione del processo volitivo altrui, che, pur
condizionato da un rapporto comunicativo non paritario, conserva,
rispetto alla costrizione, più ampi margini decisionali
, che
l\’ordinamento impone di attivare per resistere alle indebite pressioni
del pubblico agente e per non concorrere con costui nella conseguente
lesione di interessi facenti capo alla pubblica amministrazione. È
proprio il vantaggio indebito che -al pari della minaccia tipizzante la concussione– assurge al rango di criterio di essenza della fattispecie induttiva e che giustifica la punibilità dell\’indotto.

Concussione e corruzione: gli elementi differenziali

Il reato di concussione trova la propria disciplina nell\’articolo 318 c.p.: il pubblico
ufficiale che, per l\’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri,
riceve indebitamente, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità, o
ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.

Mentre il reato di concussione è connotato dall\’abuso costrittivo del pubblico ufficiale, attuato
mediante minaccia, esplicita o implicita, di un danno contra ius, da cui
deriva una grave limitazione della libertà di autodeterminazione del
destinatario, la corruzione è caratterizzata da un accordo liberamente e consapevolmente concluso,
su un piano di sostanziale parità sinallagmatica, tra un privato e un
funzionario pubblico che mirano ad un comune obiettivo illecito
.

Secondo la Corte di Cassazione, ai fini della differenziazione della fattispecie di concussione da quella di corruzione propria, costituisce elemento decisivo il ricostruibile atteggiamento
del pubblico ufficiale agente e del suo interlocutore privato e, dunque,
del tipo di rapporto che si stabilisce tra i due. Mentre, invero, nella
corruzione le rispettive volontà si incrociano su un piano sostanzialmente paritario, nella concussione il pubblico ufficiale sfrutta la propria autorità ed il proprio potere
funzionale per coartare o condizionare la volontà del soggetto, facendo
capire a questi che non dispone di alternative ad una arrendevole
adesione alle sue ingiuste richieste, così che lo stato volitivo del
privato è scandito dalla sensazione di essere sottomesso alla
predominante, e come tale percepita, volontà del pubblico ufficiale.

La concussione ambientale

L\’espressione concussione ambientale è stata elaborata dalla giurisprudenza per designare quella peculiare fattispecie concussiva in cui il
pubblico agente non pone in essere una condotta direttamente induttiva
nei confronti del privato, ma tiene un contegno volto a rafforzare nello
stesso -attraverso comportamenti suggestivi, ammissioni o silenzi- la
convinzione di dover effettuare l\’ illecita dazione o promessa, sulla
scorta di una prassi consolidata nell\’ambiente di riferimento
.


Secondo una consolidata giurisprudenza di legittimità, il delitto di concussione ambientale non può intendersi ravvisabile nell\’ipotesi in cui il
privato inscrive il suo personale contegno nell\’ambito di un sistema in
cui il mercimonio delle funzioni pubbliche e la prassi di remunerazioni
tangentizie siano costanti. In circostanze siffatte, invero, manca e si
dissolve lo stato di soggezione del privato, che dal canto suo mira a
garantirsi vantaggi illeciti avvalendosi dei meccanismi criminosi della
prassi deviata, in tal modo rendendosi esso stesso protagonista del
sistema illegale. Qualora, dunque, il rapporto illecito tra pubblico
ufficiale e privato si sia sviluppato su un piano di sostanziale parità,
l\’episodio criminoso deve ricondursi nell\’ambito della corruzione propria.

Fonte: Il reato di concussione
(www.StudioCataldi.it)

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