lunedì, Maggio 6, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: La macchina fiscale arrugginita!


Quando un imprenditore si permette di dichiarare “negozio” quello che in effetti corrisponde ad un “castello, con ampio giardino ed annessa piscina”, significa che c’è qualcosa che non funziona.

L’episodio mi ricorda la vicenda di quella signora romana, recentemente saltata agli onori della cronaca, proprietaria di ben 1.400 unità immobiliari nella capitale benché sconosciuta all’Amministrazione finanziaria.

Quando apprendo di questi episodi, mi sento impotente e penso alle tante belle parole, spesso piene di progetti positivi che ogni giorno ci sentiamo dai politici e non solo.
Allora la domanda che bisogna farsi, a mio avviso è: cosa c’è che non funziona nel nostro grande Paese se nel terzo millennio, nell’era dell’informatica e della telecomunicazione per non registrare più accadimenti di questo genere?
Incrocio informatizzato delle informazioni, controllo del territorio & controllo ferreo della nuove partite IVA!
Intanto, pensiamo alla soglia del contante, il resto viene dopo!

Fonte: Ansa

BUONA LETTURA

Un imprenditore brianzolo coinvolto nelle operazioni condotte dalla Guardia di Finanza denominate “Crazy Racing” e “Poker Racing” è indagato per evasione fiscale. All\’imprenditore, su richiesta della Procura accolta dal Gip di Lecco, è stato sequestrato un castello in Umbria con annesso parco e piscina, che – secondo le Fiamme Gialle – era stato dichiarato come negozio.
Secondo l\’accusa, due società riconducibili all\’imprenditore di Merate (la Poker Project e la X Y Z Racing Team) specializzate nel campo dell\’organizzazione e promozione di eventi sportivi hanno per anni abbassato la base imponibile utilizzando sia fatture per operazioni inesistenti, che sovrafatturando servizi realmente effettuati. L\’abbattimento della base imponibile avveniva mediante l\’utilizzo di fatture false emesse da sette società romane: tutte riconducibili allo stesso domicilio, prive di una minima struttura organizzativa e con vita operativa non più lunga di un esercizio. Le società erano tutte intestate a cittadini sud Americani nullatenenti sul territorio italiano e sistematicamente trasferite in America Latina una volta esaurita la loro “utilità”.
Le inchieste, coordinate dal pm Paolo Del Grosso, hanno portato a scoprire diversi milioni di euro l\’imposta evasa, ma anche individuare le modalità utilizzate per cercare di far perdere le tracce del denaro drenato: prelevamenti cash, monetizzazioni di titoli al portatore in denaro contante, cambio assegni allo sportello (senza cioè transitare sul rapporto di conto corrente). L\’imprenditore, già denunciato nel 2013 per reati fiscali, risulta essere molto attivo nel settore delle sponsorizzazioni sportive, titolare di una squadra di volley di un campionato semiprofessionistico, con il pallino degli investimenti immobiliari. Le indagini hanno permesso di accertare che i proventi illeciti venissero investiti in un castello con parco e piscina ubicato in un antico borgo sulle colline umbre.

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