venerdì, Maggio 17, 2024
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ARCHIVIO UNICO INFORMATICO: Informazioni sbagliate e Informazioni omesse!

ARCHIVIO UNICO INFORMATICO: Informazioni sbagliate e Informazioni omesse!

 

Voglio introdurre l’argomento di oggi parlando di una “malversazione” di un dipendente di banca il quale, sistematicamente, riceveva versamenti di denaro contante da clienti vari, senza registrarli nella rispettiva anagrafica dei rapporti di conto o di deposito. 

In particolare, ricordo il caso – poi divenuto cronaca giudiziaria – di un cliente emigrante in Germania che, una volta all’anno, tornava in vacanza al proprio paese versando i denaro contante (mediamente 20/30 mila euro), quali risparmi accumulati nel corso dell’anno, ricevendo una contabile su carta intestata della Banca di riferimento, in genere dattiloscritta e in qualche caso anche scritta a penna. 

A distanza di circa trenta anni, ormai in pensione, il cliente decise di rientrare in Italia, al proprio paese dove aveva programmato l’acquisto di un immobile. 

Giunto in Banca per chiedere il saldo che, secondo i suoi calcoli, avrebbe dovuto sfiorare il mezzo milione di euro, trovò invece pochi spiccioli. 

L’amato direttore – ormai irreperibile da qualche tempo – aveva contabilizzato in forma autonoma tutti gli incassi ricevuti dallo sventurato emigrante, senza mai registrarli sulla posizione del cliente. 

Tali operazioni non sono mai transitate nell’Archivio Unico Informatico della banca dove, salvo l’accensione del rapporto continuativo nella fase iniziale della relazione, nessun’altra operazione è stata successivamente inserita. 

Ho voluto ricordare questo episodio che andò a determinare un gravissimo danno reputazionale all’Istituto di credito per dire semplicemente una cosa: il controllo interno. 

Quando penso al controllo interno, con particolare riguardo all’antiriciclaggio, penso: 

1. al check periodico dell’Archivio Unico informatico, volto a verificarne la correttezza delle informazioni inserite;

2. alla verifica organizzativa di filiale, seguendo le istruzioni indicate nell’articolo[1], riportante una Ispezione simulata della Banca d’Italia all’interno di un Istituto di credito. 

In altri termini, con il punto 1) si controlla la correttezza dei dati inseriti nell’AUI – cercando poi ogni utile accorgimento per evitare la reiterazione degli errori, mentre con il punto 2), si va a leggere la documentazione inserita nelle buste di cassa – prese a scandaglio – verificandone la corretta corrispondenza delle informazioni inserite in AUI. 

Facendo questo, anche senza saperlo, si svolge una concreta attività di prevenzione in materia di antiriciclaggio e, se va bene, anche di malversazioni in danno della stessa banca ad opera dei dipendenti infedeli. 

Provare per credere!

 

 


 

 

 

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