giovedì, Maggio 2, 2024
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ASSEGNO A VUOTO: Le conseguenze legali

Emettere un assegno senza avere la provvista necessaria per pagarlo può comportare conseguenze civili, amministrative e in alcuni casi penali 

mano di imprenditore che consegna assegno ad altra persona

L\’emissione di un assegno a vuoto, ovverosia di un assegno scoperto in quanto relativo a un conto privo di fondi sufficienti per pagarlo, può comportare una serie di conseguenze legali tutt\’altro che irrilevanti.

Conseguenze civili

Innanzitutto, l\’emissione di un assegno a vuoto rende più agevole per il creditore procedere con l\’esecuzione forzata.

Oltre a rappresentare un riconoscimento di debito, l\’assegno non pagato dà infatti la possibilità di elevare un protesto su tale titolo di credito e di semplificare, così, la procedura di recupero delle somme non pagate.

 

Il protesto, infatti, è un atto pubblico con il quale viene accertato il mancato pagamento dell\’assegno e che, in quanto tale, fa fede del mancato pagamento e delle dichiarazioni del debitore e degli altri fatti che il presentatore riferisce aver compiuto o essere avvenuti in sua presenza fino a querela di falso. Esso è titolo sufficiente per notificare al creditore un valido precetto.

Conseguenze amministrative

L\’emissione di un assegno a vuoto costituisce poi un illecito amministrativo punito sia con sanzioni di carattere pecuniario che con la revoca dell\’autorizzazione ad emettere assegni.

Addirittura,prima dell\’entrata in vigore del decreto legislativo numero 507/1999 l\’emissione di assegni a vuoto rappresentava una fattispecie di reato, quello di emissione di assegni bancari senza provvista, punito con una multa da 300mila lire a 5milioni di lire e con la reclusione sino a 8 mesi.

Oggi, invece, la rilevanza di un tale comportamento è solo di carattere amministrativo, con sanzioni applicabili se entro 60 giorni dall\’invito a provvedere alla regolarizzazione fatto dalla banca al correntista, questi non ottemperi.

 

Decorso tale termine, più in particolare, la banca provvede alla segnalazione alla CAI e chi ha emesso un assegno a vuoto può trovarsi costretto a pagare una somma compresa tra 516,45 e 3.098,74 euro o, se l\’assegno è di importo superiore ai 10.329 euro o vi sia stata reiterazione, una somma compresa tra 1.032,92 e 6.197,48 euro.

Vi è inoltre la pena accessoria del divieto di emettere assegni per un periodo che va dai due ai cinque anni.

Se, poi, l\’assegno è di importo superiore a 51.645,69 euro, la sanzione accessoria è più importante e può addirittura coincidere con l\’interdizione dall\’esercizio della professione.

In ogni caso, l\’entità effettiva della sanzione è decisa dal Prefetto, dato che è sua la competenza a comminarla.

Si segnala che anche se prima dei 60 giorni concessi dalla Banca per regolarizzare la posizione, il cliente ottempera e provvede a reintegrare la provvista, egli è comunque tenuto al pagamento di una penale del 10%della somma indicata sul titolo.

Conseguenze penali

Nonostante la depenalizzazione, in alcuni casi limite, poi, dall\’emissione di un assegno a vuoto potrebbero comunque derivare anche conseguenze di carattere penale.

Se, infatti, non è possibile ritenere penalmente rilevante la semplice emissione senza avere fondi sufficienti, diverso è il caso in cui tale comportamento sia accompagnato da una serie di artifici e raggiri idonei a nascondere la propria reale condizione economica e a ingannare il creditore: in simili ipotesi si potrebbe infatti configurare una fattispecie di truffa.

Fonte:Assegno a vuoto: le conseguenze legali
(www.StudioCataldi.it)

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