mercoledì, Maggio 1, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: Addio alla palude!

In questo giorno di festa,
di ponte e di vacanza, quasi due milioni sono andati al voto per le Primarie
del Partito democratico per eleggere il nuovo Segretario.

Tutto confermato, tutto come
largamente previsto.

L’esito della competizione
ha rivisto vincere l’ex premier Matteo RENZI, la mozione che più di altre,
parla di futuro, di problemi da risolvere insieme ai tanti italiani che ci
credono.

Non serve cercare l’unità
con forze politiche che hanno abbandonato il Partito democratico e che alla
fine, come appare evidente, non rappresentano neanche se stesse. Le alleanze si
devono fare con i cittadini, anche quelli che si sono allontanati per allocarsi
in altri lidi o quelli che da tempo, non senza ragione, hanno abbandonato
la politica.

Abbandoniamo definitivamente
i populismi, gli stregoni che vogliono sostituirsi alla scienza nella cura
delle malattie, alle sette che non conoscono i valori della democrazia e ai partiti
che non riconoscono la necessità ed i valori delle Primarie per la scelta della
futura classe dirigente.

Uno dei competitor,
l’attuale Ministro di Grazia e Giustizia Andrea ORLANDO ha detto che è
soddisfatto dei risultati – secondo il detto l’importante è partecipare.

Contento lui, ancora più lo
siamo noi che non lo abbiamo votato.

Nello stesso tempo, al pari
come se avesse vinto aggiunge che il Partito democratico seguirà i caratteri e
i contenuti della sua mozione: unità ad ogni costo.

Insomma, Orlando, pur avendo
chiaramente perso, anche abbastanza malamente a giudicare dai numeri, è come se
avesse vinto in quanto sarà la sua mozione a prevalere, alla lunga, dice il
Ministro, sulla distanza.

Vorrei sommessamente
ricordare che i problemi non si risolvono quando la si pensa all’opposto,
quando ci sono partiti interessati soltanto a fare chiacchiere senza assumersi
responsabilità alcuna. Quella stagione delle chiacchiere a tempo perso, egregio
signor Ministro è finita, quella stagione in cui si aprivano tavoli e si
parlava, parlava e, alla fine, non essendo quasi mai d’accordo su nulla
si rinviava sine die.

No signor Ministro, la sua
mozione, con tutto il rispetto. ha perso e coerentemente, la prego di adeguarsi
alla linea della maggioranza che, ahimè, non è la sua.

La maggioranza, signor
Ministro Orlando è quella che è uscita il 4 dicembre – e che lei molto
inopinatamente continua a chiamare la Waterloo del Partito democratico.

Non è vero o almeno non è
vero nella misura che lei descrive quella giornata.

Il 4 dicembre 2016, signor
Ministro, abbiamo capito che il 41% degli italiani aventi diritto al voto,
vogliono cambiare l’Italia, vogliono ridurre la burocrazia e i costi della
politica. Vogliono abolire gli enti inutili e rendere più efficienti i processi
amministrativi nei rapporti dei cittadini e delle imprese con la Pubblica
amministrazione.

Il 4 dicembre signor
Ministro, il Partito democratico si è presentato agli italiani, ha assunto una
propria identità, si è fatto riconoscere al termine di un letargo che durava da
trent’anni e le assicuro che quei tredici milioni che hanno votato la Riforma
costituzionale, sono gli stessi che oggi si sono fatti sentire, ed io tra
questi.

Non aspettavamo altro che
riprendere un processo riformatore momentaneamente interrotto del quale non
fanno parte quei cespugli che lei sta ancora cercando.

Sono cespugli che pensano ad
altro, alle poltrone sicuramente, ma non certo alle riforme e al bene
dell’Italia e degli italiani.

AVANTI TUTTA!

 

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