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UN PAPA DELL’EST, protagonista di ogni tempo

Correva l’anno 1978, in piena guerra fredda, Karol Wojtyla, cardinale di Cracovia, di nazionalità polacca, veniva eletto Papa della chiesa cattolica.

Oggi, dopo circa 26 anni di pontificato, appena dopo la sua morte, possiamo dire che si è trattato di un “segnale della provvidenza”. Da quella data infatti, ha avuto inizio un lento ma inesorabile attacco al regime comunista sovietico; attraverso la nascita di “Solidarnosc”, movimento sindacale autonomo dei lavoratori polacchi, con un inusitato sostegno del neoeletto Papa dell’est, cominciava a soffiare forte il vento della libertà in mezza Europa, da sempre oppressa da una ferrea e feroce dittatura comunista.

E’ stato un Papa scomodo per tutte le tirannie, a cominciare da quella comunista. I servizi segreti russi (kgb), per fortuna senza successo, attentarono alla sua vita nel 1981. Mai in passato si era visto niente di simile, sparare al Santo Padre, sparare per uccidere. E’ stato un pontefice che ha contribuito in modo determinante alla caduta e dissoluzione del comunismo sovietico, restituendo la libertà a diversi milioni di persone e favorendo, in modo irreversibile, quel processo di unificazione europea dopo il crollo del muro di Berlino del 1989, tuttora in atto.

Negli ultimi trenta anni, ci ha accompagnato nel terzo millennio, ripetendoci una frase divenuta ormai familiare: “Non abbiate paura”. E’ stato l’anatema usato verso i governanti di mezzo mondo, ai quali chiedeva di non avere paura ad aprire i confini degli Stati, dei sistemi economici e di quelli politici, aprire alla cultura, alla civiltà e allo sviluppo. aprire alle “giustizia e libertà” dei popoli.

Del comunismo e della sua dottrina, diceva: “La storia ha dimostrato che il collettivismo non sopprime l’alienazione, ma piuttosto la accresce”, “il comunismo ha distorto le relazioni economiche più elementari mortificando le virtù fondamentali” (1991, dalla cantesimus annus); “chi ha sacrificato al comunismo energie e dignità è stato coinvolto in una menzogna contro natura” (roma 1992).

Karol Wojtyla, è stato un gigante dei nostri tempi. Egli ha combattuto e vinto una lotta impari, promuovendo, in ogni parte del mondo, una rivoluzione democratica a beneficio di tanti popoli oppressi nella dignità e diritti umani.

Il mondo ha ancora tanto bisogno di tali protagonisti. mi auguro che il conclave possa esprimere un successore che provenga dall’America latina, dall’Africa o addirittura dalla Cina comunista. Mi auguro che il prossimo pontificato vorrà seguire un percorso già tracciato di unione fra i popoli, nel segno della pace.

Addio Karol Wojtyla.

Bari, 3 aprile 2005

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