domenica, Maggio 19, 2024
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SUCCEDE IN ITALIA: Popolare di Bari, alto rischio di nuove perdite per gli azionisti

La Cassa di
Risparmio di Orvieto (posseduta al 75% dalla Banca Popolare di Bari) ha
venduto, come intermediario, a me e a numerosi miei concittadini agli inizi del
2005 azioni Banca popolare di Bari, a 9,5 nella recente assemblea le ha
svalutate a 7,5 e sono al momento illiquide. Siamo preoccupati per quello che
potrà succedere a ottobre con la trasformazione in Spa.

Fabio (via
e-mail)

R I S P O S T A

<<Premesso che investire in azioni è un’attività molto a rischio e lo
abbiamo capito soprattutto dopo la vicenda Lehman, a parità di altre
condizioni, il valore delle azioni di una Spa è più elevato di quello dei
titoli di una cooperativa, in quanto la prima incorpora un premio per il
controllo societario che la seconda non comprende>>, spiega Marcello Rubiu
di Norisk. Questo per sfatare le argomentazioni di coloro che ritengono che la
svalutazione di azioni emesse da istituti non quotati sia dipeso da scelte
normative domestiche oppure europee.

La negoziazione in Borsa di un titolo azionario consente la formazione di
un prezzo di equilibrio, tra domanda e offerta, in ogni caso più veritiero
rispetto a valori scelti dagli amministratori degli istituti. Come per le
banche venete, il problema non è se il prezzo attuale sia congruo o meno, ma se
lo era al momento del collocamento di questi titoli presso risparmiatori che
presentavano preparazione e profili di rischio non coerenti con questo
investimento.

<<Il lettore giustamente si lamenta della perdita secca subita, ma
ancora occorre chiedersi se la svalutazione subita abbia riportato il “pricing”
dell’istituto con quello corrente di mercato. Ci risulta che il patrimonio
netto dell’istituto sia prossimo a 6,7 euro per azione e quindi la valutazione
corrente è superiore al valore di libro>>, aggiunge Rubiu.

Per appurare la correttezza è possibile constatare che gli istituti bancari
scambiano ad frazione del patrimonio netto: anche evitando le banche che
versano in situazioni più critiche, solamente Credito Emiliano si avvicina (86%
del valore di libro), oppure Intesa San Paolo (73%); tra istituti vagamente
paragonabili vi sono poi Popolare Sondrio (44%) e Banco Desio (27%).

<<C’è fa temere che il processo di allineamento verso un valore equo
di mercato sia appena iniziato e che potrebbe essere piuttosto doloroso per i risparmiatori>>,
avverte Rubiu.

Segnaliamo che vi sono associazioni dei consumatori già attive in
contenziosi anche verso questo istituto; gli investitori che sostengono di non
essere stati debitamente informati al momento dell’investimento, quindi,
possono rivolgersi a loro per provare ed ottenere un qualche risarcimento.

DA PLUS 24 DEL
SOLE 24 ORE DEL GIORNO 25 GIUGNO 2016

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