domenica, Maggio 5, 2024
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promesse elettorali e i bisogni della gente

nel mentre ci avviciniamo alla crescita zero, con salari da terzo mondo ed un potere di acquisto sempre più basso, le promesse elettorali impazzano.
tutti promettono tutto: si va dalla detassazione degli straordinari all’abolizione dell’ici sulla prima casa, dalla riduzione del carico fiscale alle famiglie e imprese ad una maggiore sicurezza dei cittadini, dalla realizzazione delle infrastrutture a chissà quant’altro ancora. sembra assistere ad un festival delle belle pensate; si tratta di promesse in libertà, non costano niente e incoraggiano la speranza.
qualcuno giustamente osserva che i programmi dei principali schieramenti politici sono in tutto simili. forse il buon senso, il disagio individuale o collettivo della società italiana non ha colore.
oggi, ripensando a ciò che ho appreso dalla stampa urlata e scritta degli ultimi giorni, ai sondaggi sulle intenzioni di voto oltre al diffuso scontento che si percepisce, ho fatto una riflessione sulle drammatiche condizioni di vivibilità provocata dai bassi salari.
la domanda che mi sono posto è: ma dov’erano questi “soloni” che oggi mostrano stupore sulle condizioni socio economiche dell’universo mondo a reddito fisso?
con una triplice sindacale in servizio permanente effettivo e le due presidenze di camera e senato affidate a illustri e pluridecorati sindacalisti: non c’ero e se c’ero dormivo!!!
nel frattempo, queste identiche persone che hanno governato negli ultimi due anni e che ci hanno ridotto in questo stato, in vista di un rinnovo di poltrone, promettono di porre rimedio a tutto campo.
quando una classe politica – tuttora in carica fino all’appuntamento elettorale del 13/14 aprile p.v. – ci ha fatto conoscere traguardi da record in tutti i settori della nostra misera quotidianità, come dobbiamo interpretare queste promesse?
per meglio contribuire alla comune riflessione, penso che un riepilogo dei fasti dell’ultimo biennio sia doveroso oltre che utile:

  1. nel mentre l’immondizia campana ci rende famosi nel mondo, la classe politica locale e nazionale respinge ogni addebito e nessuno si sente responsabile trovando il tempo di dimettersi;
  2. la tassazione ha raggiunto e superato ogni record, a fronte di una spesa pubblica in continua crescita;
  3. stop alle grandi opere pubbliche delle quali il paese italia ha estremo bisogno (aeroporti, ponte sullo stretto di messina, no tav, rigassificatori, termovalorizzatori, autostrade etc.);
  4. la sicurezza è stata un optional con frontiere colabrodo. gli sbarchi di clandestini sono decuplicati, tutti entrano, senza lavoro, senza casa e senza dignità. le baraccopoli sorte nei grandi centri urbani dimostrano l’apatia e l’assenza delle istituzioni a gestire un problema complesso, nel mentre la criminalità prospera e le carceri si riempiono.

a fronte di questo disastro siamo chiamati a votare per eleggere la prossima classe dirigente al governo del paese.
scegliere non è difficile!!! l’unica cosa che non ci possiamo permettere è disertare le urne. votare significa alimentare almeno la speranza di cambiare.

bari, 14 marzo 2008

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