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LOGICA & FILOSOFIA

Ci troviamo a Napoli, in un rione popolare dove, da un incontro del tutto fortuito ed occasionale scaturisce una conversazione di particolare interesse avente come tema: “”TU ‘O TIENE N’ACQUARIO?””

 

L’edicola di Don Gennaro è un punto di riferimento per tutti, nella piazza, tanto è grande e stipata di oggetti, e ricca di folclore: bandiere d’Italia, bandiere del Napoli ai tempi di Diego, giochini,, souvenir, caramelle, bevande, acqua fresca, sigarette, accendini…

Don Gennaro sta li da tanti anni, oramai. E conosce per bene tutti i sui clienti. E di tutti conosce i vizi e le virtù.

Tranne di uno. Un signore un po’ strano che ogni giorno puntuale (ormai da un po’ di tempo) si presente da lui e gli chiede “Il Mattino, la Repubblica e il Sole 24 ore”.

Si tratta di un tipo sulla quarantina … no … sulla cinquantina, più probabilmente, che arriva su una macchina aperta, di colore grigio, e a un aspetto curioso, vagamente sciatto e insieme distinto.

Don Gennaro non riesce a inquadrarlo. Certo non è un mariuolo. Ma non sembra un dottore e neanche un avvocato. Qualcosa gli dice che non è un operaio.

Ma neanche un impiegato. …

Forse un giornalista? Chissà …

Don Gennaro è curioso, ma non dice niente per non far vedere …

Finché  arriva il giorno in cui non resiste e, dopo l’ennesima consegna di giornali, gadget, e resto, guarda l’uomo e gli fa: “Scusate, dotto’ … “” Ditemi …”

“Vedete dotto’, io faccio il giornalaio che sono tanti anni, e qui conosco tutti, ma a voi non vi  ho mai visto e …”

“In effetti è da poco che abito qui”

“Ecco. Precisamente. E allora mi chiedevo. Volevo sapere: che ci fa un tipo come voi, voglio dire, distinto, perbene, in un posto così????”

“Mi piace questo posto. E’ una zona ricca di storia e cultura. E poi lavoro qui. Qui vicino”

“E infatti pensavo che lavoravate qua attorno. E scusate dotto’, se non sono indiscreto, dove lavorate???”

“All’Università. Sono professore di  filosofia e logica”

“Mannaccia” esclama tra sé Don Gennaro, come a dire … era facile, in fondo, Università …

Ma poi si riprende e – ancora più curioso – “… scusate, professo’ …”

“Dite”

“Ecco professo’, io la filosofia ne ho sentito parlare, bene o male Platone, Aristotele, Kant, pure De Crescenzo, ma … aggiate pacienza, professo’ …, na sta logica che è???”

“Ah. Voi volete sapere …”

“si, io vorrei sapere …”

“Dunque, amico caro, il <logos>, in greco, è il verbo, la parola. E la logica è l’arte, la nobile arte di combinare tra sé le parole spiegandone i collegamenti”.

Don Gennaro lo guarda interdetto, non avendo compreso.

“La vedo perplesso, caro amico mio … Mi spiegherò meglio, con un breve esempio. Dunque, dunque… Lei possiede un acquario?”.

“veramente si, prufesso’’, è una vecchia passione di papà buonanima che …”

“Ecco” – interrompe il prof. – Per cui, se possiede un acquario, lei sarà un amante dei psci”

“e si capisce prufesoo’”

“Pewrtanto, amando lei i pesci, che sono animali, si può pure dire che lei ama gli animali, è così?”

“certamente!”

“Perfetto. E mi dica, mio caro, non è forse vero che l’uomo, il quale notoriamente discende dalle scimmie, è anch’egli un animale???”

“è naturale prufesso’!”

“Dal che si deduce che lei ama l’uomo. E la donna cos’è, se non espressione del genere umano, una costola d’uomo, l’altra faccia del cielo??? Voglio dire, a lei piacciono gli uomini, e DUNQUE anche le donne, è così???”

Gennaro, punto sul vivo, tiene ad evidenziare quest’ultimo concetto “e niente di meno prufesso’ … je quanno veco nà femmina, cù rispetto parlann, nun capisc cchiù niente! Me sento nà cosa int’ o core, ‘INT E VVENE!!! Cù tutto ca tengo n’età, prufesso’, e co i primi disturbi del tempo che avanza …”

“Perfetto. Come vede, mio caro, da una cosa banale come l’acquario io sono arrivato a farle confessare ilò suo amore per le donne. ECCO LA POTENZA E L’IMPATTO VITALE DELLA LOGICA!!!”

Gennaro è allibito.

Ha compreso. O se non ha compreso è rimasto comunque rapito da tutto il discorso.

Ringrazia e saluta calorosamente il caro professore.

A tutta questa scena ha assistito, non visto, Giggino ‘o macellaio, commerciante  al dettaglio che ha il negozio di fronte.

Curioso come Don Gennaro, rimane tuttavia un po’ indeciso sul chiedere o meno, per non dare troppa soddisfazione all’amico.

Tuttavia il giorno seguente, con la scusa di prendere il caffè, introduce il discorso …

“Gennà, ‘na domanda … ma ajere ammatina t’agge visto parla’ cu chillu tizie ‘nu poco curiuse ca vene tutte ‘e juorne …?

“Ah m’haje visto eh???”

“Eh, si, t’agge visto. Ma chille, chi è???”

“Che vuoi che ti dica, Giggì … chill’ e ‘nu professorone …pensa, insegna filosofia e logica …”

“a faccia do cazz’ Genna’ …!!!” eslama allibito Giggino.

Poi, un poco perplesso, si rivolge all’amico e gli fa: “siente ‘nu poche Gennà … ma io la filosofia … ne ho sentito parlare …  Platone, Aristotele, Marx … ma la logica, scuse, che d’è?”

Gennaro lo guarda con aria di sufficienza, e gli fa: “eh, Giggì ‘ a logica … Tu che può capi’ … tu ‘o tiene n’acquario???”

“veramente no”

“E allora SI RICCHIONE!!!”

Mattinata, 06 agosto 2009

 

 

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