Da un testamento autentico, riporto:
“”Testamento olografo da me confezionato secondo consiglio legale di Peppe ‘a paglietta[1] che se ha sbagliato l’affogo dall’aldilà morto e ‘bbuono. Dice che, essendo moribondo, la mia volontà scritta a mano con la data e la firma, vale pure cogli errori e sparambio il notaio.[2] Perciò io mi fido e scrivo come posso.
In primis. Tutto ai miei figli e niente a mia moglie diciamola così, che mai la voletti sposare e feci bene. Madre disamorata. Chi sa dove sta.
In secondis. Leggittima a Michele figlio, legittima a Elena figlia, legittima a Gaetano figlio del loro caro padre estinto qui presente che li ha riconosciuti al tribunale e li vuole bene, come sanno.
In terzis. Superchio a sorema[3] e al soprastante Peppe suo marito, con onere di cura fino a morte fatta e esequie. Se muore Peppe prima di me, che mi pare possibile datosi che sta scassato buono per vizi di gioventù[4], il superchio va tutto a sorema con onere di cura e di esequie come sopra.
In fundis. Mi raccomando le esequie. Non facciamo le solite figure di pezzente.
[1] Così è soprannominato un avvocato faccendiere. Probabilmente Peppe è un faccendiere che intendendosi di legge ha fama di essere avvocato. Comunque, in questo caso, ha fornito istruzioni esatte.
[2] E risparmio le spese del notaio
[3] Ciò che supera, ossia la disponibile, a mia sorella.
[4] Che sta molto male in salute, rovinato da giovani abusi.