Linea dura della Cassazione sul randagismo. L\’ente locale deve infatti risarcire i cittadini aggrediti dai cani . Ma non basta. L’età avanzata della vittima e la piccola taglia del cane non possono in alcun modo escludere la responsabilità. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nella sentenza n. 10190 di ieri, accogliendo il ricorso di un’anziana signora contro il Comune di Roccamonfina, vicino Caserta, per il risarcimento dei danni subiti in seguito a un’aggressione di un cane randagio su una via comunale. La donna era caduta e si era rotta un femore. La Corte d’Appello aveva originariamente respinto il ricorso dell’anziana, sottolineando che la vittima, quasi novantenne, era in realtà caduta non per colpa del cane, ma perché impaurita dal randagio, avendo il timore che potesse attaccarla. La Suprema Corte ha invece dato ragione alla signora, affermando che spetta alle autorità comunali la vigilanza e la custodia dei cani randagi presenti sul territorio. I Comuni devono evitare che gli animali randagi danneggino le persone nelle vie comunali, e sono quindi obbligati a risarcire i cittadini aggrediti da questi cani.
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