Linea dura della Cassazione sulla responsabilità degli insegnanti per la sicurezza dei loro studenti. Preside e professori sono infatti responsabili degli incidenti di cui sono vittime i loro alunni mentre escono da scuola, anche se avvengono fuori dai “confini” dell’istituto. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nella sentenza n. 17574 di oggi, decidendo sul ricorso della madre, costituitasi parte civile, di un ragazzo di 11 anni,  alunno di prima media investito dallo scuolabus e morto sul colpo, contro la preside della scuola e un insegnante. L’incidente era avvenuto mentre i ragazzi varcavano la soglia del cortile. Visto arrivare l’autobus, i ragazzi si erano avvicinati, spostandosi dal marciapiede verso la corriera. In un momento di confusione generale, con decine di giovanissimi accalcati intorno all’autobus, l’autista aveva rallentato senza però fermarsi, e il piccolo, forse spinto per sbaglio da uno dei compagni, era caduto a ridosso dell’autobus che, continuando la sua marcia, lo aveva investito. La Corte d’Appello confermava la sola responsabilità dell’autista, assolvendo i professori e la preside. I genitori del bambino però, hanno impugnato la decisione, sostenendo l’obbligo dei professori e del dirigente scolastico di vigilare sui ragazzi nel momento in cui escono dalla scuola, adottando le misure necessarie ad evitare una situazione di rischio per la loro incolumità. La circostanza per cui gli alunni uscivano dalle classi nell’esatto momento in cui arrivavano gli autobus, comportava dei pericoli che invece andavano controllati. La Suprema Corte ha dato ragione alle parti civili ritenendo che gli insegnanti, e in particolare la preside, avrebbero dovuto gestire e controllare in modo razionale il flusso degli studenti in uscita, “attuando le cautele suggerite dalla ordinaria prudenza, in relazione alle specifiche circostanze di tempo e di luogo, a tutela dei ragazzi che gli sono affidati”.

https://www.giovannifalcone.it/upload/uno.pdf