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ABILITAZIONE AVVOCATO: Prova “Nulla” se il candidato copia una sentenza di Cassazione

Può essere annullata la prova sostenuta da un aspirante avvocato se questo riporta nell’elaborato stralci di una sentenza di Cassazione. Sono infatti consultabili solo le massime presenti nei codici commentati e vanno sempre citate fra virgolette.
È quanto affermato dal Tar Campania che, con la sentenza n. 1321 del 7 marzo 2011, ha respinto il ricorso di un praticante che, durante la prova scritta, aveva consultato e a tratti copiato una sentenza della Corte di cassazione. Per questo la commissione aveva annullato l’intera prova. Ora la decisione è stata confermata dal Tribunale Campano.
In particolare secondo i giudici “il provvedimento di annullamento di una prova scritta dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di avvocato risulta sufficientemente motivato con riferimento al fatto che l’elaborato redatto dal concorrente appaia sostanzialmente mutuato dalla motivazione di una sentenza della Cassazione, dal momento che esso non poteva essere utilizzato per valutare l’effettiva capacità e preparazione del candidato”.
In altre parole, “la consultabilità della giurisprudenza (in forma di sole massime) non abilita ad una copia indiscriminata, ma anzi, al contrario, costituisce potenziale elemento di innalzamento del livello culturale dell’elaborato, nel senso che il parere della prova pratica deve essere costruito nella consapevolezza degli orientamenti giurisprudenziali vigenti al fine poi di segnalare la uniformità della propria tesi agli stessi, ovvero la ricercata difformità dagli indirizzi dominanti”.

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