Al debutto della media-conciliazione non manca d’intervenire il ministro della Giustizia Angelino Alfano che spiega il senso dell’iniziativa all’indomani dell’entrata in vigore della forma di risoluzione stragiudiziale delle liti introdotta dal decreto legislativo 28/2010. «La mediazione – riferisce il Guardasigilli – serve a far sì che le parti, anziché trovarsi davanti a un giudice per 100 mesi, possano con una stretta di mano chiudere la vertenza, grazie a un mediatore professionale, in 120 giorni». E se l’accordo, invece, non arriva? «I cittadini hanno comunque la possibilità di ricorrere al giudice naturale», chiarisce Alfano. L’obbligatorietà del ricorso alla procedura di mediazione vige per una serie di materie: diritti reali, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, risarcimento danni per responsabilità colpa medica, diffamazione a mezzo stampa, contratti assicurativi, finanziari o bancari.
Dal 2012, infine, partirà un’altra fase che comprende condominio e incidenti stradali. Intanto in ogni provincia italiana ci sono organismi di conciliazione già operativi: «Sono in tutto 630 e i cittadini possono trovare l’elenco completo sul sito www.giustizia.it», annuncia Alfano. L’obiettivo della riforma, puntualizza il ministro, è ridurre l\’entità di nuovi giudizi: «L’immane numero di cause che arrivano ai tribunali – rileva il titolare del dicastero di via Arenula – determina l’arretrato da cui è oberata la giustizia italiana». La capacità smaltimento degli uffici si attesta al 96 per cento, ma solo quel residuo 4 per cento in 25 anni ha determinato la pendenza di 6 milioni di cause. «La mediazione – prevede Alfano – servirà proprio a ridurre il numero di cause che entrano in tribunali. Se riusciamo a smaltire il numero di cause e a ridurre il numero di quelle che entrano, questo ci può portare a pareggiare il bilancio della giustizia». E il contenzioso è enorme: 4,7 milioni di cause arrivate ai tribunali nel 2009, contro 4,6 nel 2008 e 4,3 milioni e nel 2007. L\’Italia è il quarto Paese più litigioso d\’Europa, dopo Russia, Belgio e Lituania.