«Fuori i soldi!». «In cassa non ne ho», risponde l’addetto di banca: tanto basta per mettere in fuga il maldestro rapinatore, armato di una mitraglietta vistosamente riparata col nastro adesivo e rivelatasi un giocattolo. Confermato il non luogo a procedere nei confronti dell’aspirante criminale, in verità molto maldestro. Il ricorso del procuratore generale che insiste sull’antigiuridicità del fatto è bocciato perché il piano d’azione dell’imbranato non aveva alcuna possibilità di successo. È quanto emerge da una sentenza emessa il 3 maggio 2011 dalla seconda sezione penale della Cassazione.
Dilettante allo sbaraglio
Altro che «prendi i soldi e scappa». Con il protagonista del celebre film di Woody Allen l’uomo entrato con fare minaccioso in una piccola banca del Polesine ha in comune una certa inadeguatezza al crimine: tanto da destare l’ilarità del cassiere, che con un semplice diniego fa fuggire a mani vuote il bandito dilettante. Precipitosa e impacciata è anche la “ritirata strategica” del balordo. Ma per il procuratore generale il reato tentato di rapina aggravata si configura ugualmente perché presentarsi in un istituto di credito con l’arma in pugno, sia pura giocattolo, costituisce comunque un atto idoneo a produrre «l’evento antigiuridico» che la norma punisce e che l’agente vuole e ha programmato. Il punto è, nel caso del rapinatore pasticcione, che il piano criminoso risulta privo del carattere di serietà e, dunque, mai sarebbe potuto andare in porto. Fra l’altro al “no” del cassiere la reazione non è violenta né tale da incutere timore. In definitiva, il rapinatore fantozziano è «singolarmente impacciato» al punto che le modalità della sua azione non risultano in grado di mettere in pericolo il bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice: nessuna condanna, dunque. Meglio non giocare con le mitragliette, però.
