Nel mentre
il neonato Presidente del Consiglio ha appena ottenuto la doppia fiducia in
ambedue le Aule parlamentari e finito di leggere il libro dei sogni delle tante
urgenze da affrontare per restituire una dignità perduta all\’intero Paese,
dalla stampa apprendo dell\’aumento del 5% degli stipendi dei magistrati.
L\’intera
magistratura – ordinaria, amministrativa e contabile – beneficerà del cospicuo
aumento secondo i contenuti del Decreto del Presidente del consiglio dei
Ministri già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Tutto è
partito da una encomiabile sentenza della Corte costituzionale che ha cassato
un provvedimento del Governo del 2010 (nr.223/2012) che aveva opportunamente congelato gli
stipendi di tutte le toghe ma che, al contrario, si è guardata bene dal fare altrettanto
sull\’analogo blocco delle rivalutazioni ISTAT delle pensioni superiori a poco
più delle 1.400 euro deciso dal Governo Monti.
La
Costituzione va rispettata da tutti ma, in questo caso, soprattutto dai
pensionati che sono alla sopravvivenza, al confronto degli stipendi da nababbi
dei 15 mila euro mensili.
Adesso,
purtroppo, a questo provvedimento indegno, ne aleggia un altro, per certi versi
anche peggio: lo stesso trattamento economico, con il suo adeguamento del 5%
potrà essere esteso anche all\’intera classe politica, essendo la casta “agganciata”
sotto tale profilo alla categoria dei magistrati.
Una
indecenza tira l\’altra.
Auspico un
intervento dei nuovi Presidenti delle Camere – che certamente non hanno ancora
subito l\’inquinamento nefasto della poltrona – volto a fare chiarezza per i
comuni mortali, tenuto conto della fase drammatica in cui versa l\’intero Paese,
cancellando da subito un lusso che non possiamo permetterci.
Anche l\’etica
vuole la sua parte.
sperando!
