venerdì, Maggio 17, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: L’immunità parlamentare, una necessità o un lusso?

Con la riforma del Senato in corso d’opera, avverto una critica crescente alla ipotesi di reintrodurre la “immunità parlamentare” (1) ai nuovi Senatori.

Il punto sul quale a mio avviso dovremmo tutti riflettere dovrebbe essere quello di valutare se questa “immunità”, ai giorni nostri, può essere considerata una necessità o un lusso inaccettabile riservato a pochi?

Iniziamo col dire che la franchigia introdotta dai nostri Padri costituenti nel 1948, al termine di una lunga dittatura, era quello di preservare il ruolo e la funzione del parlamentare dalla interferenza del potere esecutivo, cioè del Governo in carica che, a sua volta, aveva pieni poteri sulla magistratura.

Oggi non è così: la magistratura, cioè i Pubblici ministeri sono indipendenti, anche quando sbagliano – come tutti gli umani – non li ferma nessuno e non dipendono dal potere esecutivo come succede, al contrario in tanti Paesi.
Se così è, possiamo permetterci di lasciare ai PM la facoltà di decidere chi deve governare l’Italia? Possiamo accettare che un qualunque magistrato possa decidere se incarcerare un parlamentare per un reato commesso durante l’espletamento del suo mandato?
Personalmente penso di no.
Un filtro, nello specifico rappresentato dall’apposita Commissione perché valuti la c.d. “autorizzazione a procedere” onde scongiurare un fumus persecutionis, appare necessario e non potrà certamente definirsi un lusso.

Se proprio al contrario qualcuno ancora pensa di cancellare l’immunità parlamentare, allora, per un giusto equilibrio, bisognerà certamente cancellare anche l’evidente strapotere dei PM che oggi, in meno di 24 ore possono cancellare dalla geografia politica chiunque, senza tuttavia pagare pegno, seppure quando, a distanza di qualche anno si scoprirà che era solo una bufala.
Ogni politico, ovviamente, al termine del suo mandato parlamentare, come ogni altro cittadino, dovrà rispondere nei modi e termini che la legge penale prevede.
Per rifarci ad un detto popolare: “Non si può correre il rischio di buttare a mare l’acqua sporca con il bambino dentro”.
Chi vivrà, vedrà …

(1) Ex art.68 della Costituzione: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell\’esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell\’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l\’arresto obbligatorio in flagranza.
Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza”.

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