mercoledì, Maggio 1, 2024
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REVERSIBILITA’ INDEBITA: Restituzione dell’indebito nel termine di 10 anni

L’Inps ha inviato ai figli di mia
suocera, deceduta nel 2012, una comunicazione di restituzione di parte della
pensione di reversibilità del coniuge deceduto, relativa al periodo dal 1°
gennaio 2002 – 31 dicembre 2004. Abbiamo chiesto delucidazioni e ci hanno
risposto che a loro risultano terreni intestati alla defunta che non davano
diritto alla maggiorazione sulla pensione. Ora, visto che tali terreni agricoli
sono sempre stati inseriti nelle dichiarazioni dei redditi, che non risultano i
modelli Red per quegli anni, vorrei sapere sino a che anno a ritroso l’Inps può
controllare i dati e per quanto tempo si deve tenere la documentazione
fiscale/previdenziale; abbiamo le dichiarazioni dei redditi e le visure
catastali storiche che confermano l’esatta comunicazione/dichiarazione dei
redditi, ma non i modelli Red. Da quale anno è diventata obbligatoria la
comunicazione Red all’Inps?

Mariagrazia Acerbis – FORESTO SPARSO

R I S P O S T A

Il diritto di
chiedere la restituzione da parte di chi “ha eseguito un pagamento non dovuto”
(cosiddetta “azione di ripetizione di indebito oggettivo”, di cui all’articolo
2033 del Codice civile), si prescrive nel termine ordinario di dieci anni (fra
tante: Cassazione, 2 dicembre 2010, n.24418). La prescrizione decorre dalla
data dei pagamenti indebiti, ma è interrotta da una qualsiasi comunicazione con
la quale il creditore (nel quesito, l’Inps) ha chiesto il rimborso (il che fa
scattare un nuovo decennio: articolo 2945).

Le intimazioni alla restituzione
eventualmente rivolte alla pensionata hanno interrotto il corso della
prescrizione anche nei riguardi degli eredi.

Il modello Red, con il quale il
pensionato deve comunicare i propri dati reddituali all’Inps, è stato istituito
dall’articolo 13, comma 2, della legge 412 del 1991 (“l’Inps procede
annualmente alla verifica delle situazioni reddituali dei pensionati incidenti
sulla misura o sul diritto alle prestazioni pensionistiche e provvede, entro
l’anno successivo, al recupero di quanto eventualmente pagato in eccedenza”).
Secondo la giurisprudenza di
legittimità, il termine annuale previsto per i controlli costituisce
un’eccezione alla prescrizione decennale ordinariamente prevista per il diritto
alla restituzione (Cassazione, 3 febbraio 1995, n.1315). Ciò equivale, in altre
parole, ad affermare che la prescrizione decennale decorre solo se e dopo che
l’inps ha avviato il recupero nel termine annuale.

I contribuenti devono conservare le
dichiarazioni dei redditi fino a quando l’agenzia delle Entrate può procedere
alla loro rettifica (articolo 3, commi 9 e 9-bis, del Dpr 322 del 1998), ossia
fino alla fine del quarto anno successivo a quello durante il quale sono state
presentate (articolo 43 del Dpr 600 del 1973). Raccomandiamo di conservarle,
unitamente alla ricevuta, per un anno in più (corrispondente al maggior tempo a
disposizione del fisco per accertare d’ufficio le dichiarazioni omesse), caso
mai sorgesse contestazioni sulla presentazione della dichiarazione (evento
raro, ma possibile).

DAL “SOLE 24 ORE” DEL 17 NOVEMBRE 2014

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