Tsipras, ha cambiato
sia il campo di battaglia (Berlino) che l’obiettivo (la Troika).
Infatti, a
leggere il programma politico ed economico elaborato dal giovane e tanto
promettente statista che ha appena ricevuto l’avallo dell’Unione europea, del
Fondo monetario internazionale e della Banca centrale europea (definiti tutti
criminali nella scorsa campagna elettorale greca), con una lista di riforme
molto impegnativa, il campo di battaglia è cambiato.
Quando si
dice che dal dire al fare c’è di mezzo il mare. E’ una metafora sempre valida,
una metafora di vita.
Tsipras,
oggi combatterà all’interno del suo Paese, grande Paese, sempre ricordato come una
culla di storia, cultura e civiltà.
Deve
combattere l\’evasione fiscale degli oligarchi, la corruzione degli
amministratori locali, il trasferimento all\’estero dei capitali, le
facilitazioni fiscali dei commerci di materie prime, il contrabbando di
energia, l\’economia sommersa e gli altri caratteri della società greca che ne
frenano lo sviluppo e la rendono così ingiusta da aver reso necessarie
contromisure assistenziali che nei decenni hanno reso incontrollabile la spesa
pubblica.
Ecco, se
riesce a realizzare anche metà delle riforme promesse potrà essere ricordato
come un politico che non fa solo chiacchiere utili per ogni campagna elettorale
e vincere le elezioni.
Vincere le
elezioni promettendo miracoli – irrealizzabili come nel caso in specie – è fin
troppo facile.
Governare, è
un’altra storia!