mercoledì, Maggio 15, 2024
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SUCCEDE IN ITALIA:Il paradosso del commissario al fondo pensione degli agenti

Vorrei rispondere da consulente
previdenziale quale sono all’agente assicurativo che vi ha scritto recentemente
affinché si richiamasse l’attenzione sul probabile commissariamento del fondo
pensione degli agenti assicurativi. L’intermediario che vi ha scritto, oltre a
chiedersi i motivi per i quali le vicende di Fonage sarebbero poco seguite dai
media, lamentandosi peraltro candidamente del rischio di percepire una pensione
ridotta a fronte di “cospicui versamenti personali” effettuati, sarebbe assai
utile se facesse un ulteriore sforzo, per comprendere la palese insostenibilità
dell’ormai anacronistico regime a “prestazione definita”, ancora utilizzato dal
suo fondo di categoria. Regime che, come giustamente avete osservato nella
vostra risposta, ha determinato ad oggi uno squilibrio prospettico di ben 700
milioni di euro.

Una maggiore pubblicità mediatica
della vicenda potrebbe tra l’altro peggiorare la situazione. L’aumentata informazione
generale sul tema renderebbe evidente l’ancoraggio di parte della categoria a
modelli previdenziali ormai ad ogni evidenza, per varie ragioni, non più
accettabili. Impresa poco onorevole sarebbe, del resto, difendere (pro domo
sua) il regime a “prestazione definita”, nel momento stesso in cui il ruolo di
agente assicurativo “impone” ai professionisti di incentivare la previdenza
integrativa attuale, basata come noto sull’opposto e meno favorevole regime a
“contribuzione definita”.

A meno che gli agenti assicurativi
non ritengano che a sostenere i “sacrifici” della precaria situazione
economico-finanziaria generale, debbano essere, rimanendo in ambito
assicurativo, solo i clienti e i
dipendenti (in senso lato, s’intende); i primi, quali sottoscrittori di Pip
rigorosamente a “contribuzione definita” e caricati di costi spesso di dubbia
giustificazione; i secondi, in quanto lavoratori che a causa del nuovo
Contratto collettivo nazionale da poco applicato, sottoscritto in modo
assolutamente insolito fra il Sindacato Nazionale Agenti (Sna) e la Fesica
Confsal e la Sisals Confsal, sigle sindacali che mai prima avevano firmato
contratti nel settore assicurativo, si sono visti azzerare in toto gli
arretrati dovuti per il periodo di vacanza contrattuale (con perdita stimata
fino a 9 mila euro per un capoufficio), allungare il periodo di prova,
introdurre la facoltà di sabato lavorativo e, dulcis in fundo, abolire le
semifestività. Per giunta, senza che tutto ciò abbia potuto godere di
quell’ampia cassa di risonanza mediatica che gli agenti, seppur legittimamente,
non mancano di rivendicare per sé e per la loro categoria.

Ernesto Penè (via
e-mail)

R I S P O S T A

Più
che fare replicare alla sua lettera l’agente coinvolto approfittiamo per
aggiornare la situazione su Fonage visto che proprio nei giorni scorsi il fondo
degli agenti assicurativi (con ben 15.700 aderenti per circa un miliardo di
patrimonio) è stato ufficialmente commissariato. Con decreto del Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali dello scorso 27 maggio sono stati sciolti il
Cda e il collegio sindacale. Il 16 giugno 2015 una delibera Covip ha nominato
commissario straordinario Ermanno Martinetto, che sarà coadiuvato da Antonio
Longo, Fabrizio Marino e Claudio Tomassini (componenti del comitato di sorveglianza).
Si tratta dell’epilogo di una vicenda che vede coinvolte le parti istitutive e
le altre associazioni di categoria degli agenti che per oltre un anno hanno
tentato di raggiungere un accordo su un piano di risanamento che consenta di
diminuire la voragine prospettica pari a 700 milioni di euro. A pesare
sull’insuccesso della trattativa è stata anche la spaccatura degli agenti.
Anapa, Ania e Unapass hanno accettato la seconda ipotesi del “piano di
salvataggio” presentato dal Cda di Fonage (che prevedeva tagli mediamente del
40% per gli agenti attivi e del 30% circa per i pensionati), il Sindacato
Nazionale Agenti (Sna) è rimasto inflessibile sul rifiuto del passaggio al
contributivo fin da subito e sull’entità dei tagli giudicati troppo elevati. A
quanto risulta da indiscrezioni il commissario ha intenzione di inviare un
piano alla Covip già il prossimo settembre. Appare quasi certo il passaggio al
regime di gestione dall’attuale a “prestazione definita” a quello a
“contribuzione definita” con un taglio medio delle prestazioni del 40% circa.

DAL”PLUS24” DEL “IL SOLE 24 ORE” DEL 4
LUGLIO 2015

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