Lotta al caporalato: PRA senza più segreti
Dal 3 settembre scorso il personale ispettivo potrà liberamente accedere al PRA
l’accesso al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) per verificare la
titolarità dei veicoli impiegati in attività produttive. Da ieri,
infatti, gli ispettori del lavoro hanno a disposizione un nuovo
strumento per contrastare il caporalato e svolgere attività di vigilanza
su specifici settori produttivi.
La novità fa seguito della
sottoscrizione del protocollo Ministero-ACI, con il quale gli ispettori
del lavoro hanno ottenuto il lascia passare per accedere con
immediatezza alle informazioni contenute nel Pubblico Registro
Automobilistico (PRA).
A darne notizia è stato il Ministero del Lavoro con un comunicato stampa pubblicato ieri.
Lotta al caporalato –
I furbetti che si intestano autoveicoli a nome dell’azienda, senza che
queste ultime vengano realmente impiegate in attività produttive, sono
stati messi con le spalle al muro dal Ministero del Lavoro. Infatti, gli
ispettori del lavoro potranno verificare, in tempo reale, la titolarità
degli autoveicoli e confrontare queste informazioni con altre raccolte
durante le ispezioni o provenienti dalla consultazione di altre banche
dati a disposizione.
La consultazione potrà risultare
particolarmente utile nel caso di un\’azione di vigilanza in settori
quali l\’agricoltura, l\’edilizia, l\’autotrasporto e altri ad essi
strutturalmente collegati quali, ad esempio, i servizi di logistica.
In
particolare, in edilizia o in agricoltura l\’accesso al Pubblico
Registro Automobilistico risulterà particolarmente efficace in tutte le
azioni di contrasto al “caporalato” – che notoriamente si realizza
attraverso l\’intermediazione di manodopera da trasportare e smistare nei
diversi cantieri o terreni agricoli – o comunque ogniqualvolta sia
necessario verificare la presenza di una determinata impresa nell\’ambito
di un sito produttivo.
La sottoscrizione, dunque, rappresenta
una delle tante sinergie interistituzionali che il Ministero del Lavoro
intende promuovere e che devono interessare non soltanto le istituzioni
impegnate nella lotta all\’illegalità, ma ogni altro soggetto pubblico in
possesso di informazioni utili ad una più efficace azione di vigilanza.