lunedì, Maggio 6, 2024
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LA POLITICA IN VETRIN: Unioni civili & Diritti individuali



Un noto opinionista del Corsera, per commentare l’evento di oggi del Family day svoltosi a Roma, ha ricordato il grande appuntamento del divorzio della metà degli anni ’70 che tanta divisione ha provocato nel nostro Paese.
Anche in quella occasione, la Chiesa in tenta, si era soliti ripetere, a mo’ di litania: “Se si apre uno spiraglio, passerà di tutto”.
In una società moderna come la nostra, il motto è oggi praticamente lo stesso : “Nessuno è stato obbligato a divorziare, nessuno può essere costretto a convivere”.
Il matrimonio, vivaddio, rappresenta ed è nel nostro Paese una istituzione solida, antica e che nessuno mette in discussione che per quanto non ce ne sarebbe bisogno, bene fa la Chiesa a difenderne i valori e le fondamenta.
Qui si tratta invece di estendere dei diritti, includendo anche persone dello stesso sesso che si vogliono bene e che condividono un percorso di vita al pari di tante coppie etero non sposate che semplicemente convivono.
Lo Stato e quindi la politica deve intervenire con urgenza, così come è stato già fatto in quasi tutta Europa, anche legalizzando un grandissimo numero di persone che neanche riusciamo ad immaginare, oggi costrette a vivere segretamente la loro omosessualità.
Dare a queste persone – coppie omosessuali oppure etero sessuali non sposate – delle garanzie minime come il diritto di visita in ospedale, permessi di lavoro per motivi di famiglia, diritti di successione sotto il profilo giuridico patrimoniale, la reversibilità della pensione etc.deve rappresentare il minimo sindacale di una conquista di civiltà.


Di questo parliamo e non di altro, a parte la discutibile rappresentazione estetica che gli omosessuali danno in occasione dei tanti appuntamenti ai vari Gay party in tutte le parti del mondo, che vanno dal volgare al provocatorio, ognuno se ne può fare una opinione.


Chi mai ha parlato di minare la solidità o l’istituzione del matrimonio?


Semmai si pensa e si chiede di ampliare una sfera di diritti a tante persone che, pur non facendo niente di male a nessuno, avendo il solo torto di amarsi, vengono di fatto considerati alla stregua degli appestati, privi di diritti e di dignità.
Uno Stato laico, questo, non deve permetterlo, non deve consentirlo, legiferando e regolamentando nell’interesse dei cittadini, senza “distinzione di sesso”, come recita il primo comma dell’articolo 3 della nostra Carta costituzionale.
Adesso staremo a vedere come andrà a finire.
Intanto, così è, se vi pare!

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