giovedì, Maggio 16, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: PD, progettiamo il futuro senza guardare al passato!

All’incontro di ieri sera presso la Direzione provinciale del PD di Foggia, con la presenza di parlamentari, assessori e consiglieri regionali del Partito, c’è stata una nutrita partecipazione da parte dei circoli provinciali, in vista della stagione dei Congressi di primavera.
L’On.le Michele BORDO, ha introdotto il dibattito sottolineando l’esigenza di scongiurare ogni personalismo nelle candidature ed elezione della prossima classe dirigente del Partito, privilegiando le idee, i contenuti e la soluzione ai tanti problemi della Capitanata, anche aprendosi alla società civile con l’intento di aumentare il consenso per amministrare le comunità locali.

E’ seguito un dibattito da parte di molti intervenuti che ha registrato l’insorgere di alcune critiche all’attuale classe dirigente, locale e nazionale, sulle alleanze, sul rapporto con i sindacati, sulla presenza non sempre gradita di persone estranee alla storia del Partito democratico, sul forte astensionismo che abitualmente si va registrando nelle varie competizioni elettorali.

Personalmente, ritenendo ormai superata la funzione di Partito nel senso tradizionale del termine, esistendo oggi solo i “problemi & le soluzioni”, dove ogni forza politica potrà caratterizzarsi sulla base delle modalità e forme con cui risolve i problemi della gente comune e della comunitàò che è chiamata a rappresentare, non ho condiviso alcune delle critiche o suggerimenti formulati.

Più precisamente, mi riferisco:

a. Il Presidente della Regione Puglia Michele EMILIANO ha dialogato e fatto accordi con forze dell’opposizione (M5S e altri)

Le elezioni si vincono, come il risultato elettorale ha ampiamente dimostrato, con i voti ed il consenso della gente, anche mediando nella realizzazione di un programma politico di legislatura.

b. Esigenze di aprire il Partito democratico (inclusivo ma non troppo) per meglio fronteggiare le sfide, non solo economiche, del terzo millennio.

Le elezioni politiche del febbraio 2013, hanno consegnato un Paese diviso in tre, senza esprimere alcuna forza politica in grado di governare.
Gioco forza, si è dovuto fare un Governo di larghe intese, attraverso la tanto contestata alleanza con forze politiche del Centro destra (Forza Italia e Lega nord), tanto più per effetto del rifiuto da parte del M5S a partecipare nell’azione del Governo.
Dopo circa un anno di “tirare a campare” del Governo Letta, nel febbraio 2015 iniziava, grazie alla determinazione e forza propulsiva di questo Governo, iniziava finalmente la stagione delle Riforme come l’abolizione del cameralismo perfetto, la nuova legge elettorale, la Riforma della Pubblica amministrazione, il nuovo Falso in bilancio, l’autoriciclaggio, la Riforma del lavoro e superamento dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori, quella sulle “Unioni civili” e altro ancora.
Ora mi chiedo: come potevano realizzarsi queste importantissime Riforme, peraltro attese da diversi decenni senza l’indispensabile ampliamento, in un modo o nell’altro, della maggioranza di Governo nelle aule parlamentari?

c. Riprendere il rapporto con i Sindacati

Il Sindacato, da tempo ha abdicato al proprio ruolo – se mai lo abbia esercitato – arrivando ad assumere spesso, posizioni indifendibili allontanandosi dal sentire comune attraverso la difese ad oltranza dello status quo e incrostazioni corporative che producono timbratori in mutande e dipendenti pubblici infedeli tanto difficile da licenziare.
La recente vicenda della Reggia di Caserta, dove alcuni sindacalisti – appartenenti a tutte le liste – hanno firmato una lettera di protesta indirizzata al Ministro competente per stigmatizzare e lamentare l’eccessivo impegno lavorativo e professionale dell’attuale Sovrintendente.
Chi assume la responsabilità di Governo ha il dovere morale ed istituzionale di ascoltare il Sindacato (e non trattare, con diritto di veto come si faceva in passato), le forze sociali e poi decidere.

d. Astensionismo diffuso nelle competizioni elettorali

C’è una linea di pensiero secondo la quale l’elevato astensionismo nelle competizioni elettorali derivi dall’azione del governo e dalle alleanze che via via si formano per approvare i tanti provvedimenti legislativi.
Forse in parte sarà anche vero, ma è innegabile che il discredito continuo nel funzionamento della Pubblica amministrazione o l’elevato livello di corruzione ivi esistente abbiano avuto una influenza decisiva nell’atteggiamento dei cittadini di fronte alle urne.
Pensiamo agli affitti regalati dal Comune di Roma, agli scandali continui conseguenti ad episodi nella Pubblica amministrazione che la cronaca quotidianamente ci ricorda portandoci al primo posto in Europa.
La legge anticorruzione (n-109/2012), approvata con tante critiche dal Governo Monti necessita di tanti aggiustamenti a cominciare dal Whisteblowing con la garanzia di adeguata tutela di anonimato verso il dipendente che collabora o dalla necessità di prevedere la figura dell’agente “sotto copertura”.

Per concludere, va certamente bene organizzare queste discussioni, questi incontri per la selezione della prossima classe dirigente, cercando di non dimenticare che se siamo in queste condizioni il merito – o più esattamente il demerito – è tutto della vecchia classe politica di qualunque schieramento che oggi vorrebbe atteggiarsi a protagonista del cambiamento.

Progettiamo il futuro senza guardare al passato!

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