Mia
moglie convive ed è con me residente ad Asti, dove canone Rai, utenze luce e
gas, sono a me intestati. Lei è altresì proprietaria di un appartamento,
ricevuto in eredità, in altro comune del Sud, e per questo appartamento è
intestataria delle utenze di luce e gas (per la luce, non avendo lì la
residenza, paga già la tariffa maggiorata).
L’appartamento
è sfitto ed è frequentato (da mia moglie) solo occasionalmente per una ventina
di giorni all’anno e, in ogni caso, non è dotato di apparecchi televisivi.
Ritengo
che non debba pagare il canone Rai. Temo tuttavia che, essendo titolare di
quella utenza luce, le calcolino il contributo come dovuto. Che cosa dovrebbe
fare per evitare già in partenza addebiti non dovuti?
V. D.– ASTI
R I S P O S T A
Il canone rai
andrà pagato solo per le utenze elettriche riferite all’abitazione ove i
coniugi hanno fissato la propria residenza; quindi, nel caso del lettore,
essendo entrambi i coniugi residenti nella stessa abitazione, nessuna ulteriore
imposta dovrà essere addebitata per la seconda casa di proprietà della sola
moglie. Per evitare eventuali indebite imputazioni del canone sulla bolletta
elettrica di quella casa, peraltro, si consiglia di inviare una
autocertificazione che attesti la situazione del coniuge e la mancata
detenzione di apparecchi televisivi in quella abitazione.
Da
pochi giorni, sul sito internet dell’agenzia delle entrate, nonché su quello
della Rai, è disponibile il modulo per rendere tale dichiarazione. Questo
modulo, una volta compilato, potrà essere inviato telematicamente, attraverso
apposita applicazione web presente sui siti citati, oppure a mezzo
raccomandata.
Si
fa intanto presente che, nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato, che per
legge deve dare un parere sull’atto prima che sia promulgato, ha “bocciato” il
decreto ministeriale sul canone Rai, segnalando al Governo una insufficiente
chiarezza in alcuni passaggi del provvedimento.
DAL”IL SOLE 24 ORE” DEL 18APRILE 2016
