giovedì, Maggio 2, 2024
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SUCCEDE IN ITALIA: 70enne delusa dal portafoglio di fondi venduti allo sportello

Sono una casalinga di
70 anni che disponendo di una certa somma (circa 100mila, ndr) nel proprio
conto corrente, la cui vendita era ed è pari a zero, ha deciso di investirla in
qualcosa di più proficuo. La scelta da parte della mia banca è caduta
sull’acquisto di Amundi Funds Bond Aggregate al She-Md Distr (70 mila euro) e
sul fondo Sifs European Divident Maximister Clb (30mila euro).

A distanza di poco più
di un anno i due fondi stanno perdendo circa 5mila euro ciascuno. In risposta
alle mie perplessità in relazione alla bontà dei suddetti titoli, mi è stato
assicurato che questo è un momento particolare e che gli stessi si
riprenderanno, man mano che i titoli che compongono il fondo andranno verso la
scadenza.

Cosa mi consigliate di
fare?

Aurelia Maria
Cardinale
(via
e-mail)

RISPONDE AMUNDI

La
lettrice si interroga se sia opportuno o meno liquidare in perdita alcuni
investimenti consigliati dalla sua banca (non indicata) e menziona, tra
l’altro, azioni (in ammontare non precisato) della Sicav lussemburghese Amundi
Funds, comparto Global Aggregate, classe SHE-MD (Isin LU 0613077295).

Per
questo comparto, come per gli altri della medesima Sicav, Amundi Sgr tiene i
rapporti commerciali con i collocatori in Italia.

Nello
specifico, non disponiamo di elementi che presumiamo invece siano stati
valutati dalla banca, circa: l’adeguatezza dell’operazione rispetto a
conoscenza ed esperienza in prodotti finanziari della lettrice; i suoi
obiettivi di investimento; la sua situazione patrimoniale complessiva.

Ciò
premesso, ci sembra utile evidenziareche il comparto – come si può evincere dal Kiid (che l’investitore
riceve prima della sottoscrizione) – ha un periodo minimo raccomandato di
detenzione pari a tre anni e un livello di rischio, rappresentato da un
indicatore sintetico, pari a 4
in una scala da 1 (più basso) a 7 (più alto).

Nel
Kiid si dice che : tale indicatore sintetico è una misura non esaustiva dei
rischi attinenti al comparto; l’investimento non gode di garanzia o protezione;
i risultati ottenuti in passato non costituiscono garanzia di analoghi
risultati in futuro. Circa l’andamento del comparto dal 17 aprile 2015 (data di
sottoscrizione riferita dalla lettrice) al 23 maggio 20165 la performance è
stata pari al – 3,54% (con reinvestimento delle cedole) o del -3,51% (senza
reinvestimento delle cedole).

E’pertanto
corretta la segnalazione della lettrice sulla potenziale perdita. Notiamo però
che, considerando il periodo minimo raccomandato di detenzione (3 anni) e
ipotizzando altre date di sottoscrizione i risultati sarebbero diversi (esempi:
dal 17 aprile 2014 al 23 maggio 2016, +4% senza reinvestimento delle cedole o
+3,98% con reinvestimento; dal 31 dicembre 2015 al 23 maggio 2016: -0,29% senza
reinvestimento delle cedole e -0,30% con reinvestimento).

In
conclusione, non entrando nel merito della valutazione di appropriatezza o
adeguatezza del comparto rispetto al profilo di rischio della lettrice, nonché
del complessivo portafoglio investimenti (attività effettuata dal collocatore),
il periodo minimo di detenzione è un elemento oggettivo che la lettrice dovrà
considerare nel prendere una decisione in merito al suo investimento.

RISPONDE PLU24

Visto
che la signora ci chiede un parere ci permettiamo di ricordare che molto
probabilmente hanno inciso anche i costi di ingresso (fissati in un massimo di
3% per il fondo di Amundi, il più rappresentativo nel portafoglio e per questo
coinvolto nel chiarimento). Quanto al risultato del fondo di Bond Global
Aggregate notiamo che il comparto (stando al sito Morningstar dove viene
giudicato neutralmente con tre stelle in una scala che va da zero a cinque) ha
registrato un performance da inizio anno negativa dello 0,16% (dati al 7 giugno)
sottoperformando la categoria degli obbligazionari flessibili globali
dell’1,8%.

Il
fondo Schroder International Selection fund european dividend maximiser B dis
(anch’esso giudicato con tre stelle da Morningstar) invece perde da inizio anno
all’8 giugno 2016 il 4,52%.

A
fine maggio sottoperformava la categoria azionari Europa reddito di Morningstar
dello 0,5%. I risultati sono stati molto brillanti nel 2012 e nel 2013
appannandosi negli anni successivi.

Non
è possibile sapere con quale criterio i collocatori abbiano consigliato questi
fondi, probabilmente al consulente parevano indicati per superare l’impasse dei
tassi bassi, puntando il primo su titoli obbligazionari che rappresentano la
quasi totalità del portafoglio. Mentre il secondo punta a generare un reddito
costante principalmente attraverso l’investimento in azioni e contratti
d’opposizione.

Evidentemente
è stata anche tenuta in considerazione l’esigenza di ottenere una rendita
espressa dalla lettrice (visto che entrambi i fondi la distribuiscono). In ogni
caso si tratta di investimenti che consentono una certa diversificazione ma che
sono abbastanza aggressivi, a nostro giudizio, per il profilo di investitrice
70enne che abbiamo di fronte.

Forse
andavano dosati con maggiore parsimonia
puntando su più fondi o, meglio ancora, diversificando anche sui più economici
Etf.

Ora
è la lettrice che deve valutare se l’incasso della cedola sia tassativo (tanto
più che spesso esso erode il valore delle quote9 e deve capire anche, insieme a
un consulente di fiducia, se modificare la scelta in relazione a una
rivalutazione complessiva del suo profilo di rischio che pare essere basso,
vista la sua insofferenza alle performance negative.

DAL “PLUS24”DEL “IL SOLE 24 ORE” DELL’11GIUGNO 2016

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