Follia Poste Italiane: dopo Brexit sospende cambio euro-sterlina
30 giugno 2016, di Alessandra Caparello (Fatto quotidiano)
ROMA (WSI)- Ha pochissimi precedenti storici la decisione di Poste Italiane a all’indomani della Brexit di sospendere in via prudenziale ogni operazione di acquisto e vendita
di sterline.Una situazione che ricorda il 1992 quando la lira si
svalutò del 20% e assieme alla sterlina uscirono dallo SME, il Sistema
Monetario Europeo. Ma ricostruiamo bene i fatti per capire cosa sia
successo oggi, nel 2016.
Con i suoi 13mila sportelli sparsi su tutto il territorio nazionale, Poste Italiane si conferma “la banca”
più diffusa in Italia, usata non solo da clienti italiani ma anche da
vacanzieri e turisti che cambiano le loro banconote in euro per le
migliori condizioni praticate. Un utilizzo delle Poste spinto anche dal
fatto che per piccoli importi non occorre prenotare in anticipo il
ritiro, nè essere clienti di BancoPosta. Un servizio
dunque conveniente, almeno fino a quando venerdì 24 giugno, il giorno
dopo il referendum sulla Brexit che ha decretato l’uscita del Regno
Unito dall’Unione europea, da Poste arriva una contromossa a sorpresa.
Chi si è recato quel giorno a uno sportello per acquistare o vendere
sterline si è trovato sbattuto la porta in faccia. Da Poste dichiarano
che si è trattato di una sospensione prudenziale decisa per la sola
giornata del 24 giugno ma in realtà è ancora in vigore, almeno fino a
ieri 29 giugno – come riporta un articolo de Il fatto Quotidiano – visto
che recatosi all’ufficio centrale delle Poste di Milano,
alla richiesta di acquisto di sterline la risposta è stata negativa
“poiché il servizio di cambio euro-sterlina è stato sospeso a tempo
indeterminato e non si sa quando verrà ripristinato”.
Da Poste si nascondono sotto lo scudo della prudenza necessaria nel post Brexit.
“Più che un eccesso di prudenza, una vera follia: per
evitare di subire qualche perdita a causa dell’elevatavolatilità del
cambio, Poste Italiane avrebbe potuto aumentare il differenziale in
acquisto e in vendita rispetto e magari porre un limite massimo agli
importi delle transazioni, anziché sospendere il servizio nel periodo
dell’anno in cui iflussi turisticie le vacanze studio all’estero raggiungono il picco”.