Il devastante terremoto che ha colpito l’altra notte il centro Italia, dovrebbe indurci a valutare meglio, sotto il profilo della sicurezza, le modalità con le quali vengono eseguiti lavori di costruzione, ristrutturazioni, adeguamenti antisismici, progetti esecutivi, collaudi e altro.
Tutti a piangere i morti, a rivedere scene già viste, senza che cambi niente, con tragedie che si ripetono e tutti pensiamo a fenomeni naturali con effetti inevitabili.
Quando vediamo immagini come questa in copertina, dove un solo palazzo resta in piedi, ci si domanda: cosa si doveva fare per fare in modo che tutti i palazzi, le costruzioni potessero resistere allo stesso modo?
Quando vediamo strutture pubbliche come scuole o altro, con lavori eseguiti di recente, in termini di ristrutturazioni o adeguamenti sismici, crollate al pari di tante altre catapecchie c’è da restare esterrefatti.
Il Procuratore della Repubblica di Rieti, dopo il primo sopralluogo sulle zone del disastro ha detto: “Qui c’è più sabbia che cemento”.
Si indaghi con il rigore necessario, facciamolo per i morti passati, ma soprattutto per quelli che verranno, se vogliamo trarre una lezione positiva da tragedie terribili come quella che stiamo vivendo.
Amen!