Da molti anni, credo
sia dall’inizio, sono un assiduo lettore di “Plus24”. Proprio da voi ho appreso
dell’esistenza della Legge 122/2005, per cui quando nel giugno 2010 con mia
moglie decidemmo di stipulare un preliminare di compravendita per l’acquisto di
un immobile, la convinsi (altrimenti eravamo determinati a non sottoscrivere il
preliminare) a stipulare una fideiussione ai sensi della legge 122/2005.
Per la sopravvenuta
crisi del mercato, l’impresa costruttrice andava in crisi e chiedeva, nel 2016,
l’ammissione alla procedura del concordato preventivo, condizione questa
prevista dalla legge per l’escussione della fideiussione.
Così il mio legale con
una lettera raccomandata del il 3 ottobre chiedeva, come da legge, la
restituzione delle somme oggetto di fideiussione. La legge 122/2005 concede 30
giorni di tempo per la escussione. Ebbene allo scadere di tale periodo di
tempo, non mi è ancora pervenuto nulla da UnipolSai: né un rifiuto, né una
accettazione, né altra comunicazione.
Credete, abbiamo
superato a fatica la delusione e la rabbia per la mancata consegna della casa
da noi desiderata, però la certezza di riavere i nostri risparmi, così come il
legislatore ha previsto, ci ha aiutati a sopportare questa grande delusione. Ma
ora UnipolSai ci ignora. Non voglio con questa mia lettera entrare in
disquisizioni legali che non mi competono e per questo ho incaricato il mio
legale di procedere nelle opportuni sedi giudiziarie contro UnipolSai.
Paolo Detomaso(via e-mail)
RISPONDE UNIPOLSAI
Facciamo
prima di tutto presente che la richiesta di pagamento del signor Detomaso in
forza della fideiussione, datata 3 ottobre 2016, è pervenuta a UnipolSai il 6
ottobre 2016. la polizza in conformità alla normativa prevede che le richieste
debbano essere riscontrate entro il termine di 30 giorni e, se esistono i
presupposti, che venga liquidato il dovuto.
Il
già ricordato termine di 30 giorni è di natura ordinatoria e una sua eventuale
inosservanza quindi non compromette le reciproche posizioni. Si fa presente che
UnipolSai, a prescindere dalla richiesta di “Plus24” di replicare al reclamo,
stava già inviando la risposta al signor Detomaso.
Passando
al merito della questione, la polizza garantisce la restituzione delle somme
versate al costruttore qualora il predetto incorra in una “situazione di crisi”
ai sensi del Decreto Legge 122/05 che non consenta la stipula del contratto
definitivo di compravendita. I presupposti per la liquidazione da parte del
fideiussore sono, quindi, che il costruttore incorra in una “situazione di
crisi” e che il preliminare sia in essere in tale momento.
Il
signor Detomaso, lamentando il ritardo nella consegna dell’immobile promesso in
vendita, ha fatto ricorso al Tribunale di Bari, ottenendo in data 12 ottobre
2015 la risoluzione del contratto preliminare e la condanna del costruttore
alla restituzione degli acconti versati.
La
“situazione di crisi” del costruttore si è verificata successivamente ossia con
il deposito, in data 14 luglio 2016, di ricorso per ammissione alla procedura
di concordato preventivo: ne consegue che a tale data il contratto preliminare
non era più in essere. In questo modo il signor Detomaso ha pregiudicato la
operatività della fideiussione.
DAL “PLUS24”
DEL “IL SOLE 24 ORE” DEL 3 DICEMBRE
2016
