“”La vita è un
fiammifero che viene sfregato ma la cui fiamma va usata al più presto per
accendere qualche altra, perché se aspetti si spegne ed è troppo tardi.””
Ecco un modo per nobilitare un’altra locuzione comune nel
nostro linguaggio <<restare col cerino acceso in mano>>,
rappresentazione di un esito incauto, prodotto da incapacità nel saper
scaricare su altri una questione scottante.
Stephan ENTER, una delle voci più significative della
letteratura olandese contemporanea, con la metafora del fiammifero acceso
tenuto tra le mani propone invece – nel suo raffinato romanzo psicologico La
presa (2011) – un’efficace meditazione sul senso della vita. Essa non è un mero
possesso personale, quasi fosse un oggetto da tutelare.
E’ piuttosto simile ad una fiammella che può accendere un
cero più duraturo, è un lievito che può fecondare, un seme che apre un circolo
vitale più ampio, in ultima analisi è ancora una volta la legge dell’amore
autentico che, donandosi, non si perde ma vive, si accresce e si diffonde
illuminando e riscaldando il mondo.
DAL
SOLE 24 ORE DELL’11 DICEMBRE 201