Insieme ai
tanti privilegi acquisiti, al debito pubblico che aumenta e una crescita che
non decolla a sufficienza, assistiamo tutti ad un aumento delle diseguaglianze
fra generazioni, tra padri e figli, a fronte di opportunità di lavoro sempre
più scarse, sia pure ad una inversione di tendenza in confronto al periodo più
recente.
Questo non
basta!
Spesso mi
chiedo quale può essere, se mai c’è stata, una nostra responsabilità in tutto
questo bailamme.
Una di
queste responsabilità è stata certamente quella di non aver saputo selezionare
una classe dirigente adeguata, in grado di fare una politica lungimirante, in
grado di fare quelle riforme che tanti altri paesi europei hanno fatto da tempo
e che, per loro fortuna, oggi non vivono i problemi dei nostri giovani
costretti sovente ad emigrare alla ricerca di contesti più favorevoli.
Oggi, con l’inizio del nuovo anno voglio dire a questi giovani di non
partire scoraggiati e di perseguire con la massima determinazione i propri
sogni, quelli che abbiamo tutti, anche a prescindere dato anagrafico.
Insieme alla nostra esperienza, aiutateci a cambiare, mutuando quanto già
fatto altrove. Basta con la retorica, più o meno diffusa che abbiamo la
Costituzione più bella del mondo e che non si deve cambiare niente.
Se siamo convinti che qualcosa non funziona nella nostra organizzazione
civica e sociale, per effetto di costi elevati della politica, della presenza
di enti e carrozzoni che non hanno ragione di esistere, di una burocrazia
impazzita in grado di generare solo corruzione, di semplificare il rapporto fra
le Istituzioni (Stato centrale ed Enti locali), allora troviamo il modo per
uscire da questo vicolo cieco.
Ricordare il passato deve servire
solo per non ripetere errori già commessi, non certo per vivere di nostalgia.
L’altro giorno, un carissimo amico, per il quale nutro profonda stima,
ebbe a postare su questo social: “”Cosa vorrei dal 2017? Ho già
TUTTO!””
Oggi, con l’inizio del
nuovo anno, voglio ripetere la stessa risposta:
“”Antonio, chi ha tutto o crede di
avere tutto, rinuncia a sognare. Sognare, significa pensare ad un ideale di
vita che spesso, potrà essere realizzato anche con il contributo del singolo.
Dire che i sogni sono l\’anticamera di un progetto, di ogni progetto non è una
frase fatta ma un percorso di vita: io a 63 anni, sogno ancora!””
Ecco, cerchiamo di cambiare, sulla
base dei sogni e dell’aiuto di tutti.
Auguri!