lunedì, Maggio 13, 2024
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DONNA E FAMIGLIA: Come sapere quanto guadagna l’ex marito?

Come sapere quanto guadagna l’ex marito?

 

Se è in corso una causa di separazione la moglie può chiedere all’Agenzia delle Entrate che le mostri i redditi dichiarati dal marito.

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Ottenere il materiale pagamento dell’assegno di mantenimento dall’ex marito può essere a volte difficile, ma in alcuni casi è ancora più complesso dimostrare al giudice della separazione il reddito realmente guadagnato dall’uomo, specie quando questi svolge una professione, un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo: circostanza essenziale per poter ottenere il riconoscimento di un importo, a titolo di mantenimento, proporzionato alle sue capacità economiche. Forse la moglie è l’unica in grado di intuire le disponibilità dell’ex vista la convivenza, ma è necessaria una prova concreta. È giusto allora chiedersi come sapere quanto guadagna l’ex marito?

La risposta viene data da una recente sentenza del Tar Puglia [1].

Secondo i giudici amministrativi, quando è in corso una causa di separazione ed è necessario dimostrare al giudice i redditi di cui l’uomo dispone, è possibile ordinare all’Agenzia delle Entrate l’esibizione di tali dati. Non c’è privacy che tenga: il fisco è tenuto a indicare, entro non oltre 30 giorni,quanto guadagna il marito e fornire l’acceso ai suoi rapporti finanziari. Il tutto al fine di poter dare prova, al giudice, del reddito dell’uomo e parametrare, di conseguenza, l’assegno di mantenimento alle sue disponibilità.

Il diritto al mantenimento della donna e dei figli prevale sulla tutela della riservatezza dei dati reddituali dell’uomo. Né l’Agenzia delle Entrate può negare l’esibizione di tali dati trincerandosi dietro al fatto che è necessaria una previa elaborazione, dunque nuovo lavoro per gli uffici.

La giurisprudenza è ormai consolidata nel riconoscere il diritto del coniuge, anche in pendenza del giudizio di separazione o divorzio, di accedere alla documentazione fiscale, reddituale patrimoniale dell’altro coniuge, al fine di difendere il proprio interesse giuridico, attuale e concreto. Del resto proprio la recente introduzione della legge cosiddetta «Freedom of Information Act» (Foia) sottolinea il diritto di accesso agli atti amministrativi.

 Essa pone in subordine l’interesse alla riservatezza dei terzi quando l’accesso sia esercitato prospettando l’esigenza della difesa di un interesse rilevante per il diritto. Come quando, ad esempio, è in gioco il diritto dei figli al mantenimento.

Ne consegue che la tutela degli interessi economici e della serenità dell’assetto familiare, soprattutto nei riguardi dei figli minori, prevale o quantomeno deve essere contemperata con il diritto alla riservatezza previsto dalla normativa vigente in materia di accesso a tali documenti sensibili del coniuge.

note

[1]Tar Puglia, sent. n. 94/2017.

Fonte: LLpT

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