Un
dipendente pubblico a tempo pieno ha la possibilità di svolgere lavori tecnici
extra orario d’ufficio, che comporterebbero un compenso di 20mila euro lordi.
Questo soggetto può aprire una partita Iva? E’ possibile evitare
l’incompatibilità pubblico-privato con un’autorizzazione specifica dell’ente
pubblico di appartenenza?
G. C.– RECANATI
R I S P O S T A
Si
ritiene che la possibilità prospettata non sussista. Infatti, in via generale,
il dipendente pubblico non può esercitare prestazioni lavorative
extra-professionali, in quanto, sulla base del rispetto del principio generale
dell’esclusività del rapporto di lavoro pubblico, l’articolo 53 del Dlgs
165/2001, e successive modifiche e integrazioni, richiama, al comma 1,
l’articolo 60 del Dpr 3/1957, nel quale si stabilisce che “l’impiegato pubblico
non può esercitare il commercio, l’industria, né alcuna professione o assumere
impieghi alle dipendenze di privati o accettare cariche in società costituite a
fine di lucro, tranne che si tratti di cariche in società o enti per le quali
la nomina è riservata allo Stato e sia all’uopo intervenuta l’autorizzazione
del ministro competente”.
Peraltro,
nel caso in cui l’attività avesse carattere della saltuarietà e della
occasionalità, e non fosse in conflitto di interessi con l’attività pubblica,
il dipendente pubblico a tempo pieno potrebbe svolgere tale attività, fuori
orario di servizio, previa autorizzazione dell’amministrazione, ma, nella
fattispecie in esame, non sussistendo le caratteristiche sopra indicate, in
quanto l’attività che si verrebbe a svolgere (lavori tecnici), in
considerazione del volume di affari prodotto (20.000 euro), presuppone
l’esercizio abituale e prevalente di tale attività economica, si ritiene che
non dovrebbe essere possibile l’autorizzazione da parte dell’amministrazione di
appartenenza.
DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL
6 FEBBRAIO 2017