Una delle rivendicazioni che ho sentito in questa giornata di protesta organizzata dalle donne in tutta Italia è stata la libertà di autodeterminazione, volta a difendere una legge importante, applicarla bene per riaffermare un valore che è quello dell’autonomia e responsabilità delle donne.
Trattasi questo di un appuntamento che si ripete, spesso con la solita retorica senza che, in concreto, nulla cambia per quanto attiene all’applicazione della legge 194 sulla interruzione volontaria della gravidanza.
In Italia, abbiamo una media generale di “obiettori di coscienza” di circa il 70%, raggiungendo in alcune strutture ospedaliere – come il San Camillo di Roma – la percentuale del 95% di medici che si sottraggono al loro dovere per la corretta applicazione di una legge in vigore.
In pratica, in situazioni della specie, la legge viene bay passata di fatto, cioè non esiste e ognuno si arrangia come può. La donna, diventa una sventurata alla ricerca di una soluzione che non trova e che, a rischio della propria vita, fa ricorso a procedure illegali.
E’ un’aberrazione che come al solito esiste solo da noi laddove in Francia, per esempio, la percentuale di “obiettori” non supera la soglia del 7%.
Perché questa differenza?
Ha un ruolo la Chiesa in tutto questo?
Cosa c\’è da festeggiare?
Auspico per il futuro una soluzione laica del problema, magari anche rinunciando a una festa che ogni anno mi ricorda uno status quo inaccettabile.
Viva lo Stato laico, viva l’Italia e Viva le donne!!!
