Il ministro Calenda annuncia modifiche in tema di concessioni balneari: sistema iniquo, serve un registro licenze.
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Il sistema delle concessioni balneari non è trasparente, a sostenerlo è Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo.
Pochi dati sulle concessioni
«La prima cosa che farò come governo è chiedere che ci sia un registro per la trasparenza delle concessioni balneari». In Italia, sottolinea il Ministro, non esiste un dato su quanto le singole concessioni paghino allo Stato.
La concessione si paga meno di un banchetto ambulante
Calenda lancia un preoccupante allarme, annunciando che nel nostro Paese 25mila concessioni pagano appena 104 milioni di euro: numeri che, con una semplice divisione, danno un risultato «minore di quanto paga un ambulante per un banchetto 5×3»
Eppure il consumatore paga… e non poco
Rincara la dose, il Ministro, ponendo l’accento sulle somme spesso alte che i consumatori pagano per avere un ombrellone e gli altri servizi, senza però conoscere, d’altra parte, il valore della concessione balneare e la sua durata. Non a caso l’intervento è nato nell’ambito della presentazione del Codice della concorrenza presso l’Autorità garante della concorrenza.
Principi di equità: necessarie più gare pubbliche
Una vera battaglia d’equità, secondo il ministro Calenda, quella per la messa a gara delle concessioni pubbliche, in un Paese con quasi 8mila chilometri di coste che vuole e deve puntare sul turismo come via di sviluppo. Ma investire sul turismo non può voler dire chiuder un occhio a discapito dell’equità, della libera concorrenza, dell’accesso ai mercati:«Qualcuno mi deve spiegare cosa c’è di equo nel non mettere a gara e non permettere a un ragazzo di mettere su uno stabilimento»
Fonte: LLpT