martedì, Aprile 30, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: Condanna “Costituzionale”!

Nel tentativo di garantire una certa continuità che ormai dura da settant\’anni, anche la Corte costituzionale, con la sentenza del 25 gennaio 2017, si è adeguata: l\’Italia deve continuare a rimanere senza Governo.

Con la semi bocciatura dell\’Italicum e dichiarando incostituzionale il “ballottaggio”, la Corte ha di fatto condannato il nostro Paese alla ingovernabilità.
In Italia, ha praticamente detto, non riuscendo nessun partito od anche coalizione a raggiungere la fatidica soglia del 40% dei consensi e considerata la indisponibilità del M5S a fare accordi, ci vorranno sempre le grandi intese, le ammucchiate o, si possono anche chiamare, i minestroni della politica.

Non ci sarà mai un programma di governo chiaro, un\’assunzione di responsabilità da parte di chicchessia, nulla, palude ad oltranza.
La nostra è una “condanna Costituzionale”.

Come sempre, alla prossima consultazione elettorale, programmata per la primavera del 2018, avranno vinto tutti, anche i cespugli che saranno riusciti a superare la soglia minima di sopravvivenza, quella del 3% per avere diritto alla poltrona. In pratica, un bel gruppo di condomini e una famiglia numerosa consente a questi eterni statisti di filosofeggiare – pensiamo al partito di Alfano, Casini, Fratoianni, Pisapia, Bersani e compagnia cantando.
Tutti hanno famiglia ed è giusto così.
Teniamoceli cari, tutti questi statisti, sempre meglio di quello che è successo in Turchia, dove un neo eletto sultano decide da solo.
Si, perchè da noi, a differenza che in altri Paesi più seri – leggi Germania, per esempio – la soglia di sbarramento per sedersi in Parlamento è del 5%.
Insomma, alle prossime consultazioni, ad urne chiuse vedrete, avranno vinto tutti.
Avrà perso solo l\’Italia e gli italiani che ancora credono all\’accozzaglia! (1).

(1) ACCOZZAGLIA – “Garzanti linguistica: insieme disordinato di persone o cose, per lo più disparati tra loro”. Questo gruppo, disomogeneo, affatto coeso e che non sono d\’accordo su niente anche se, nel periodo immediatamente precedente la data del referendum del 4 dicembre u.s., in più occasioni, hanno avuto la sfacciataggine di dire che nell\’arco di 15 giorni si sarebbero messi attorno ad un tavolo per iniziare ad elaborare un testo “decente” di riforma costituzionale. Questi soloni del NO, incapaci di costruire niente, men che mai qualcosa nell\’interesse del sistema Paese – già peraltro ampiamente sperimentato negli ultimi trenta anni – hanno avuto la capacità e la sfrontatezza di ostacolare l\’unico processo di semplificazione del quadro istituzionale, di riduzione delle spese della politica, di sburocratizzazione dei processi decisionali della P.A., di eliminazione di carrozzoni inutili per l\’efficienza di uno Stato, presentato al giudizio degli italiani. La partita non è finita. Il processo riformatore nella mente degli italiani, nel Popolo del SI – anche in presenza di una momentanea interruzione – è partito ed è un processo irreversibile. Il Popolo del SI, osserva e aspetta, in Stand by. Il Popolo del SI, quello del 41%, guarda al futuro, il Popolo del SI non si è arreso, anzi ..

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Fonte:glistatigenerali.com

L\’INUTILE VITTORIA DEI 5 STELLE NEL 2018
di Paolo NATALE

17 aprile 2017

Sondaggi e scenari: quando alcune forze politiche fanno di tutto per non dover governare. Questo doveva essere il titolo dell’articolo. Ma non siamo in un film della Wertmuller, ed occorre fare una sintesi. E la sintesi è effettivamente molto chiara: fin da quando il Movimento 5 stelle ha deciso di schierarsi contro l’Italicum prima e contro la riforma costituzionale poi, il motivo recondito, la ragione che stava alle spalle di quel comportamento, magari non pienamente cosciente, era il suo desiderio di restare all’opposizione.
Se qualche mese fa i rapporti di forza tra 5 stelle e Pd lasciavano forse qualche piccola (ma proprio piccola) chance al partito di Renzi di poter vincere in un ballottaggio, oggi il clima politico post-scissione non dà adito a dubbi. In un confronto a due, il M5s avrebbe trionfato, se si fosse andato a votare con l’Italicum, e senza più Senato.
E allora il movimento di Grillo non aveva che una scelta, quella di governare il paese. Ce l’avrebbe fatta? Forse sì, se pensiamo alla buona conduzione di Torino, o forse no, se dobbiamo prendere come pietra di paragone ciò che stanno facendo a Roma. Resta il fatto che si sarebbero dovuti rimboccare le maniche e cercare di salvare il paese, seguendo le proprie ricette (o meglio, le non-ricette) politico-economico-sociali presenti nel loro non-statuto. Difficile, certo, ma non è detto che fosse impossibile. Bastava tentarci.
Invece, cosa succederà alle prossime elezioni, con le due belle leggi elettorali (il semi-Italicum e il Consultellum) che nessuno ha realmente voglia di cambiare? Niente di chiaro, eccezion fatta per un piccolo dettaglio. I 5 stelle vinceranno quasi sicuramente, con una percentuale superiore al 30%, magari avvicinandosi perfino al 35%, e non potranno governare. Perché non potranno fare alleanze con nessuno, pena il proprio snaturamento. Staranno dunque all’opposizione, senza responsabilità alcuna. E da quella posizione potranno quotidianamente attaccare qualsiasi maggioranza (o minoranza) di governo che tenterà di fare qualcosa per risollevare la povera Italia.
I loro consensi cresceranno ancor di più, perché l’esecutivo che potrà uscire dai risultati elettorali sarà certo frutto di un qualche accordo di palazzo (Partito Democratico + Forza Italia, il più probabile) e l’azione di governo sarà molto complessa e piena di compromessi, che non daranno soddisfazione a molti italiani. Ma altro non si potrà fare, se non aspettare pazientemente nuove elezioni, che forse faranno aumentare ancor più i suffragi a favore dei 5 stelle, che comunque non potranno governare in solitaria, non avendo la maggioranza assoluta nei due rami del parlamento. E così via, per anni ancora.
Fino a che qualcuno si sveglierà un bel mattino e dirà: ma perché non facciamo una legge elettorale dove è previsto un ballottaggio tra le due coalizioni (o partiti) vincenti al primo turno? Chi vincerà verrà messo alla prova di governo. Si potrebbe magari chiamarlo “Stivalum”, chissà.

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