La richiesta per la pensione anticipata con l’Ape può essere respinta, non solo dall’Inps, ma anche dagli istituti di credito. Scopriamo perché.
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Dovrebbe fare il suo esordio il primo maggio, ma ancora non c’è certezza visto che mancano i decreti attuativi. Parliamo dell’Ape, acronimo di anticipo pensionistico, pensato per porre rimedio alle problematiche sorte in seguito alla riforma Fornero.
La pensione anticipata con l’Ape
Ne esistono due tipi: Ape sociale e Ape volontaria.
L’Ape sociale è totalmente a carico dello Stato. Per sapere come funziona, quali sono i requisiti e chi ne ha diritto leggi il nostro approfondimento Chi ha diritto all’Ape sociale?
Per quanto riguarda l’Ape volontaria, c’è da sapere che si tratta di un vero e proprio prestito a cui possono accedere lavoratori dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi e gli iscritti alla Gestione Separata. Viene concesso da banche e assicurazioni aderenti all’iniziativa.
Come funziona l’Ape volontaria?
A differenza dell’Ape sociale, l’Ape volontaria dovrà essere restituita. L’Inps effettua direttamente una trattenuta mensile al momento del pagamento della pensione. La trattenuta viene effettuata anche sulla tredicesima. Tutto questo in 260 rate in un periodo di 20 anni.
Chi è interessato dovrà presentare la domanda all’Inps. Ma la richiesta potrà essere bocciata non solo dall’Inps ma anche dalla banca nel caso in cui chi ne fa richiesta risulti negli archivi della centrale rischi, sia protestato, abbia pignoramenti a carico o vecchi debiti o ancora se l’importo dell’Ape insieme alle altre rate superi il 30% la pensione.
Fonte: LLpT