Il neo presidente del Statiti Uniti d’America, Donal
TRUMP ha deciso: “Fuori dagli accordi su clima stipulati a Parigi nel 2015”.
In pratica ha detto che il C02 americano non è dannoso,
anzi può essere salutare per l’economia americana in termini di costo benefici derivante dall’attività
estrattiva del carbone, soprattutto tenendo conto dei posti di lavoro che si potranno
recuperare.
Per questa ragione, smentendo la credibilità di un Grande
Paese ed una consolidata democrazia, disconosce gli accordi sottoscritti in
materia dal suo predecessore, consentendo alla sua amministrazione di
rinunciare a qualunque sforzo per limitare e ridurre la produzione e/o
immissione di “anidride carbonica” nell’atmosfera.
Malgrado rappresenti, insieme alla Cina, il più grande
produttore di sostanze inquinanti per l’intero pianeta, si rifiuta di
sottostare ai faticosi accordi raggiunti.
Il futuro è “fossile”,dice TRUMP.
La posizione
dell’amministrazione, la cui posizione venne esplicitata già nella campagna
elettorale, è abbastanza chiara in
materia: da un lato minimizzare il tema stesso delcambiamento climatico, dall’altra cercare di tenere fede alle promesse fatte
all’industria del carbone e a chi ci lavora.
La riflessione che mi viene
da fare è: ma come è possibile tradire
un accordo e quindi un impegno sottoscritto da un grande Paese per i
tramite di un suo qualificato rappresentante, identificato nel Presidente degli
stati Uniti d’America?
Al netto di eventuali “penalità” che mi auguro siano state
pensate all’atto della stesura di tale accordo, un atteggiamento del genere, in
qualunque contesto, non solo giuridico, verrebbe definito una “inadempienza contrattuale”.
La risposta che io mi do’, è
direttamente riconducibile al limitato
potere contrattuale che hanno gli Stati aderenti a tale accordo.
Insomma, i Paesi forti,
sotto ogni punto di vista, possono “fare
& disfare” accordi a prescindere dalle conseguenze che, a giudicare
dalle variazioni climatiche e valutazioni scientifiche poste a base di tali iniziative, non sembrano
confacenti a “improvvisate” così dirompenti ed inattese.
Il calendario delle sorprese
sarà lungo e siamo ancora all’aperitivo!